I più giovani non possono ricordare l’omicidio di Christa Wanninger o anche conosciuto come il mistero di Via Veneto. Ad essere uccisa fu una modella bellissima di origini tedesche. Ecco chi era.

Christa Wanninger, l’omicidio 

L’omicidio di Christa Wanninger avvenne il 2 maggio del 1963 in Via Emilia, vicino a Via Veneto a Roma. Il tutto si svolse in un pianerottolo di un condomino e in quegli anni fu uno dei casi di cronaca nera più chiacchierato.

Christa era una bellissima modella e attrice tedesca nata nel 1940, più precisamente il 1 di dicembre a Monaco di Baviera. Alle 14.30 del 2 maggio del 1963, decide di andare a trovare l’amica Gerda Hodapp. Le due erano molto amiche e coetanee e anche la seconda era giunta in Italia con la speranza di trovare fortuna nel mondo televisivo.

Christa sale in ascensore ed è giunta al quarto piano. Appena si trova nel pianerottolo non fa nemmeno in tempo a suonare il campanello che viene raggiunta da 11 coltellate. La Wanninger crolla al suolo ferita a morte e non riuscirà nemmeno a bussare alla porta della sua amica.

Nonostante le grida di aiuto, Gerda non apre la porta, ma vengono sentite dal resto dei condomini che chiamano la polizia 4 l’ambulanza. Christa Wanninger viene dichiarata morta una volta arrivata in ospedale.

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Le indagini su Christa Wanninger

La polizia di Roma sospetta sin dall’inizio dell’amica Gerda Hodapp che apre la porta ai poliziotti solamente verso le 15 circa. La donna aveva dichiarato di aver avvertito la sua amica di non voler più pranzare con lei perché molto stanca e si aver dormito fino all’arrivo della polizia. Non si sarebbe accorta di nulla.

La sua dichiarazione non convinse nessuno, ma poi la portinaia e altri condomini testimoniarono di aver visto un uomo vestito con una tuta blu e cappuccio scendere le scale con tutta la tranquillità nonostante fosse successa una tragedia. Per questo, ma polizia si mette sulle tracce dell’uomo in blu, come era stato ribattezzato dai media.

Nella borsa de di Christa vennero trovate due agende e persino a casa sua ne furono trovate altre tre. Tutte, contenevano nomi per la maggior parte maschili e alcuni erano anche di grandi personaggi dell’epoca. Il suo fidanzato venne eliminato dai sospettati così come il compagno di Gerda poiché avevano alibi di ferro.

La Hodapp invece venne condotta per qualche giorno nella prigione di Rebibbia, ma venne lasciata libera perché non forniva nulla di importante.

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Guido Perri e il processo 

Nel 1964 un giornalista ricevette una chiamata anonima da parte del fratello dell’uomo in blu, così almeno dichiarò in quel momento. Inoltre, aveva richiesto 5 milioni di lire per poter dire quello che sapeva.

La polizia cominciò ad indagare e scoprirono che si trattava di un uomo chiamato Guido Perri e che non esisteva alcun fratello. A casa sua furono ritrovati un coltello simile a quello dell’omicidio e diversi quaderni in cui erano annotati tutti i particolari.

Ciò che incastrò Perri era il fatto che sui suoi diari erano scritti dei particolari che nessuno aveva mai diffuso. Capito che qualcosa non tornava, la polizia sottopone l’uomo ad una perizia psichiatrica e venne ritenuto affetto da schizofrenia e l’omicidio sarebbe avvenuto dopo un momento di raptus dopo averla pedinata.

Nel 1988 Guido Perri viene dichiarato colpevole per l’omicidio della modella tedesche Christa Wanninger, ma non si poteva imputare ne in un ospedale giudiziario, ne in uno psichiatrico. Rimane così libero e dopo essersi sposato ha anche avuto una figlia.