La pianta del tabacco, oggi coltivata largamente in tutto il mondo a scopo prettamente industriale, ha una storia lunga ed interessante. Nativa delle regioni tropicali dell’America Latina, è approdata in Europa in tempi relativamente recenti, a seguito della colonizzazione del continente da parte degli esploratori spagnoli. In questo approfondimento, vediamo quali sono state le tappe principali della diffusione del tabacco e come viene utilizzata oggi.

Origini e primi utilizzi della pianta di tabacco

I primi a scoprire la pianta del tabacco furono le popolazioni indigene dell’America Centrale; i nativi la utilizzavano come medicamento per lenire la fame e i dolori. In aggiunta, il tabacco veniva spesso bruciato durante riti sacri e cerimonie religiose, in quanto il fumo veniva considerato in grado di veicolare i pensieri e indirizzarli alle divinità. I popoli nativi americani riconoscevano al tabacco anche una funzione sociale, consumandolo nelle occasioni che suggellavano un accordo di amicizia o un trattato di pace.

La ‘scoperta’ europea e la diffusione nel Vecchio Continente

Il tabacco arriva in Europa grazie agli esploratori al seguito di Cristoforo Colombo; alcuni di essi, approdati sull’isola di Hispaniola, vennero a contatto con gli indigeni, scoprendo così una pianta fino ad allora sconosciuta agli europei.

Nel corso del 16° e 17° secolo, il tabacco venne considerato anche dagli europei soprattutto come una pianta medica dalle spiccate proprietà taumaturgiche. Tant’è che persino i reali spagnoli la utilizzavano per lenire i malanni; a metà ‘500, il medico personale di Filippo di Spagna definì il tabacco “medicina universale”.

Successivamente, si diffuse l’usanza di fumare le foglie di tabacco essiccate e trinciate, sotto forma di sigaro o mediante la pipa. La nuova ‘moda’ si diffuse anzitutto presso nobili ed aristocratici, nonché artisti, poeti e letterati. In Inghilterra divennero comuni i cosiddetti ‘smoking parties’, delle feste in casa in cui ci si riuniva per fumare. Di solito, agli ospiti veniva offerta una ‘smoking jacket’, un capo spalla per proteggere gli indumenti dall’odore del fumo, dal quale deriva lo smoking moderno.

Dalle sigarette ai prodotti di nuova generazione

Verso gli anni Trenta dell’Ottocento nascono le sigarette; circa le origini di questo prodotto regna l’incertezza. Molto probabilmente vennero ‘inventate’ dai soldati (musulmani o inglesi) durante l’assedio di San Giovanni D’Acri: rimasti senza pipe né sigari, è probabile che abbiano deciso di pigiare il tabacco nelle cartucce delle munizioni così da poterlo fumare. Durante la seconda metà del secolo, le sigarette cominciarono ad essere prodotte su scala industriale, diventando così un prodotto destinato al consumo di massa.

Distribuire ai soldati in trincea durante la Prima Guerra Mondiale, e oggetto di contrabbando durante la Seconda, le sigarette continuarono a diffondersi nel corso di tutto il Novecento, diventando il prodotto a base di tabacco più consumato al mondo.

A partire dagli anni Sessanta, però, molti dei maggiori produttori di tabacco hanno provato a mettere a punto dispositivi contenenti nicotina che scaldassero il tabacco senza bruciarlo. Inoltre, è proprio in questo periodo che si collocano i primi studi circa la pericolosità di sigarette e simili, legata alle sostanze tossiche sprigionate durante la combustione del tabacco.

Dopo svariati tentativi falliti, soprattutto tra gli anni Ottanta e i primi Duemila, sul mercato è comparsa una nuova generazione di dispositivi a tabacco scaldato (THP). Il principio alla base di questi prodotti è semplice: una miscela di tabacco viene scaldata senza innescare il processo di combustione che, di contro, caratterizza le comuni sigarette e i prodotti affini. I riscaldatori di tabacco, come quelli sviluppati da BAT Italia a marchio glo™, rappresentano oggi la principale alternativa ai tradizionali lavorati da fumo, grazie anche alle sofisticate soluzioni tecnologiche adottate per il controllo e l’erogazione della temperatura*.

Coltivazione e lavorazione industriale del tabacco

La pianta del tabacco viene coltivata in diverse aree del mondo, Italia inclusa. La prima semina avviene in ambiente protetto (semenzaio o serra), così da consentire ai germogli di svilupparsi; il trapianto in campo aperto avviene solitamente a primavera inoltrata, dal momento che la pianta predilige temperature attorno ai 25°-30° per il proprio accrescimento. Giunte a maturazione, le piante vengono raccolte per intero o potate delle foglie, destinate alle successive fasi di lavorazione; dopo essere state essiccate, vengono selezionate e sottoposte a processi di maturazione prima di essere trinciate e utilizzate per confezionare sigarette, sigari o stick monouso per i THP.

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*Questi prodotti non sono privi di rischi e contengono nicotina, una sostanza che crea dipendenza.