Giovanni Lizzio è nato a Catania nel 1947 e sempre nella stessa città è morto nel 1992 come vittima di Cosa nostra. È stato un poliziotto, più precisamente ispettore capo. Era sposato ed era padre di due figlie, Giuseppina e Grazia.

Gli inizi del suo lavoro come poliziotto furono svolti a Napoli e, dopo qualche anno, è stato trasferito a Catania, la sua città di origine, prestando servizio nella Squadra Mobile. Ma quali sono le motivazioni che stanno alla base dell’omicidio di Giovanni Lizzio? E che cosa sappiamo sulle figlie dell’ispettore capo vittima della mafia?

L’omicidio di Giovanni Lizzio

Giovanni Lizzio è rimasto vittima di un omicidio il 27 luglio del 1992. Erano trascorsi soltanto pochi giorni dalla strage di via D’Amelio. I motivi che portarono all’omicidio dell’ispettore capo sono molti. Infatti nei diversi anni di servizio Lizzio si era occupato di indagare in maniera molto precisa sulle cosche mafiose che a Catania emergevano, oltre che di quelle tradizionali.

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Si occupò in prima persona di far arrestare alcuni noti esponenti della criminalità organizzata. Nel 1992, quando è stato ucciso, era stato messo al comando del nucleo anti-racket della Questura di Catania. Proprio grazie all’azione di Lizzio, molti uomini che estorcevano il pizzo a vari imprenditori erano stati messi dietro le sbarre.

Lizzio è stato ucciso mentre era nella sua automobile, fermo al semaforo. Due uomini in motocicletta si avvicinarono alla macchina di Lizzio e gli spararono. Inutili i soccorsi, perché, trasportato subito in ospedale, l’ispettore capo non riuscì a sopravvivere.

Nel 1996, nell’ambito di quello che è stato definito il processo Orsa Maggiore, Nitto Santapaola venne arrestato come mandante dell’omicidio di Giovanni Lizzio.

Le figlie di Giovanni Lizzio, Giuseppina e Grazia

Non sappiamo l’età delle due figlie di Giovanni Lizzio. Nel corso del tempo si è avuta l’occasione di sentire anche le dichiarazioni delle figlie dell’ispettore capo vittima della mafia. In particolare la figlia Grazia è intervenuta in TV per dare testimonianza di quello che era successo.

Grazia ha avuto una presa di posizione molto importante nei confronti di quello che venne ritenuto uno degli assassini di suo padre. A questo proposito ha detto che quell’uomo oggi chiede perdono, ma, nonostante siano passati molti anni dal fatto sanguinoso, Grazia è decisa a non concedere il perdono.

Infatti ha fatto presente che il perdono è un sentimento che deve essere elaborato, ma lei non riesce a procedere in questo processo di elaborazione perché è impegnata ancora ad elaborare l’accettazione dell’assenza del padre.