Parlare di vini bianchi Costa d’Amalfi non è semplice: risulta complesso, infatti, condensare in poche righe il mosaico di biodiversità proprio della Divina.

Che si esprime nei suoi terrazzamenti digradanti dai Lattari, protesi verso il mare. Nelle sue storie familiari di una viticoltura eroica che prova a sfidare la natura impervia e solo apparentemente ostile dei suoi terreni, ma, in realtà, portatrice di vita.

“Campania felix”. Non a caso così i romani chiamavano la Campania a motivo della sua prorompente fertilità. Già autori come Plinio il Vecchio e Virgilio ne lodavano la tradizione vinicola. Non a caso, uno dei vini più celebri dell’epoca, il Falernum, era prodotto proprio nella nostra regione.

Nonostante la viticoltura sia espressione della sua storia ed identità più profonda, tuttavia, soltanto nel secolo scorso i vini della Costiera sono divenuti noti nel mondo e considerati eccellenze dal valore inestimabile.

Vini bianchi della Costiera Amalfitana: peculiarità

Il Bianco Costa d’Amalfi (così è denominato il vino Doc il cui areale di produzione è nel territorio della Costiera) è ottenuto da uve falanghina, localmente nota come bianca zita (percentuale non inferiore al 40%), e biancolella, detta anche bianca tenera (almeno il 20%), più altre uve locali non aromatiche della provincia di Salerno (massimo 40%). Tre le sottozone di produzione: Ravello, Tramonti e Furore.

Il portale web del Gambero Rosso ne individua i quattro migliori.

Ecco, infatti, i bianchi della Divina che hanno ottenuto i tre bicchieri o i due bicchieri rossi, essendo giunti in finale durante le degustazioni per la Guida Vini d’Italia 2024.

Selva delle Monache e Vigna Grotta Piana 2022 di Ettore Sammarco

Ampio e fragrante nei toni di foglia di limone e agrumi, di pesca bianca e fiori di tiglio, di erbe aromatiche fresche, sfoggia un palato dolce di frutto, salino, lungo e che si fa affusolato nel lungo ed elegante finale. Grande classe e finezza anche nel Vigna Grotta Piana 2022: speziato, giocato su toni di macchia mediterranea ed erbe aromatiche, iodato e appena affumicato, si concede con una bocca succosa e ricca che ricorda la scorza di agrumi chiari.

Per Eva 2020 di Tenuta San Francesco 

Frutto di un blend di falanghina, ginestra e pepella, è figlio della “sottozona” di Tramonti è un’area impervia e difficile per la viticoltura.

Ma i quattro soci fondatori dell’azienda Vincenzo D’Avino, Luigi Giordano, Gaetano e Generoso Bove – si legge sul portale del Gambero – hanno accettato la sfida di portare avanti 14 ettari di vigneto suddiviso su diverse parcelle“.

Vario e ricco il profilo aromatico, fatto di pera e pesca bianca, spezie, pepe bianco, delicate erbe aromatiche, tanto mare: il tutto porta ad una bocca elegante e tesa, dalla sapidità davvero rilevante.

Fiorduva 2022 di Marisa Cuomo

Il Fiorduva di Marisa Cuomo nella versione 2022 presenta “il solito caldo profilo aromatico fatto di spezie gialle, limoni canditi, cedro, basilico, miele bianco – si legge nella recensione del Gambero – Solare anche in bocca, dove è ricco di frutto, morbido e avvolgente, rinfrescato da estive sensazioni agrumate“.