Quattro disegni datati 1835 raffiguranti le grotte presenti sul Falerio-Falerzio. La storia delle cime, presente sui territori di Vietri sul Mare e Cetara, riemerge grazie al gruppo CavaStorie. Il disegnatore, anonimo, rende la narrazione ancor più avvolgente.

Materiale storico-fotografico di notevole rilevanza storica. I social sono spesso fonte di raccolte di notevole interesse: è questo il caso del gruppo Facebook metelliano CavaStorie, che ripropone disegni risalenti a due secoli orsono.

A pochi passi dalla cima, spostandosi di qualche metro sulla destra, si può visitare una grotta di un certo interesse, non molto profonda, ma abbastanza ampia: essa è di facile accesso, ma ben pochi ne conoscono l’esistenza”. La breve citazione riportata sul testo “I nostri monti“, a cura della sezione Cai di Cava de’ Tirreni-Salerno nel cinquantenario della fondazione 1939-1989” (pagina 88, Capitolo dedicato al Monte Falerio e Cappella Nuova), proietta verso quattro disegni realizzati da un disegnatore anonimo nel luglio 1835.

Si raffigurano alcune grotte presenti sul Monte Falerio-Falerzio, particolare montagna inclusa tra i comuni di Vietri sul Mare e Cetara. La posizione, una volta raggiunta la cima, appaga l’escursionista con una vista mozzafiato sul golfo di Salerno, la valle di Cava, la piana del Sele e il massiccio degli Alburni.

Per raggiungere le cavità, a seconda del punto di partenza o della preferenza personale, bisogna conoscere il terreno e i percorsi esistenti sul territorio. Per questo motivo risultano poco note dalla maggioranza degli escursionisti. Una di queste rientranze gode di una veduta in direzione di Cappella Vecchia ben ampia all’interno. Altre due, invece, rivolte verso Vietri e poi l’ultima sul versante orientato a Cetara.

Il disegno “Bucho di Falerzo vicino Raiti a Vietri” è l’unico schizzo a rappresentare quei piccoli accenni di colore che aiutano a conoscere la colorazione dell’abito indossato dalla donna seduta. Gli altri due, “Bucho di Faliero verso Vietri” e “Bucho di Faliero”, riprendono – si presume – lo stesso incavo naturale sia interno (d’interesse sono i particolari sullo sfondo che tra le piante s’intravedono.

Si notano alcune abitazioni, forse quelle vietresi e una piccola parte dell’abitato di Salerno. Quello esterno, inoltre, mostra nei pressi dell’ingresso una figura umana con il corpo rivolto verso l’autore. L’ultima, “il Bucho di Falero sopra Citara”, presenta una realizzazione effettuata dall’interno con rilievi sullo sfondo e una testa di possibile guida locale che sbuca dal piano roccioso.

Le immagini sono fornite da Luigi Abate di Trekking Amalfi Coast e il fotografo vietrese Guido Avallone.