Calerà drasticamente, a vendemmia conclusa, la produzione vitivinicola in Campania. La riduzione stimata dal report di Assoenologi sul 2023, redatto in collaborazione con l’Unione Italiana Vini e con l’Ismea, istituto di servizi per il mercato agricolo-alimentare, è del 30%: un dato, quest’ultimo, ben più alto rispetto alla media nazionale, del 12%.

A differenza di altri anni, non è stata la carenza d’acqua a generare questa condizione di difficoltà che rischia di ripercuotersi ulteriormente sull’offerta – e, di conseguenza, sul mercato – ma, anzi, una situazione diametralmente opposta, data dalle precipitazioni abbondanti che si sono verificate sulla nostra regione in primavera, ed, in particolare, nel mese di maggio.

La situazione, infatti, ha creato le condizioni favorevoli all’insorgere delle malattie della vite e soprattutto della Peronospora che non ha lasciato scampo a molti vigneti soprattutto del Centro-Sud. Le continue piogge, infatti, in molti casi hanno impedito l’ingresso in vigna per effettuare i trattamenti e in altri ne hanno vanificato gli effetti.

A completare il quadro si aggiungono attacchi di Flavescenza dorata, grandine e altri eventi climatici avversi durante l’estate che hanno determinato una situazione non certo brillante per la produzione nel complesso ma, in alcune zone, con qualche difficoltà aggiuntiva per le produzioni biologiche.

Siamo nei tempi che si immaginavano di avere: il vigneto Campania come quello della Costiera Amalfitana è eterogeneo. La qualità delle uve è alta e potrebbe anche raggiungere l’eccellenza perchè il problema della Peronospora c’è stato ma al netto di ciò che c’è stato, la sanità delle uve è assolutamente perfetta. Ma non essendo ancora iniziata la vendemmia è ancora presto per dare dei dati specifici: abbiamo soltanto potuto formulare una stima ascoltando i produttori“, commenta il presidente campano di Assoenologi Roberto Di Meo.

Si prevede un calo di produzione del 30%, il dato regionale potrebbe arrivare anche al 40%. In Costiera Amalfitana una quantità inferiore di appezzamenti sulla base della quale si può dare un dato più preciso.

Vendemmia in Costiera Amalfitana: la stima

Ci siamo confrontati con il presidente di Assoenologi nei giorni scorsi, la stima che si è fatta a livello regionale è di un calo del 30%, forse un po’ meno in Costa d’Amalfi, ma tutto sommato, siamo lì. Stiamo riscontrando un calo della produzione, maggiore nelle uve rosse rispetto a quelle bianche, la peronospora ha fatto danni enormi“, commenta Prisco Apicella dell’omonima cantina sita a Capitignano, frazione di Tramonti, principale centro di produzione vinicola nella Divina.

Ovviamente ci sono differenze tra coltivatori: certamente le piccole, e soprattutto le piccolissime aziende agricole, anche non professionali, che fanno parte del tessuto produttivo della Costiera Amalfitana, sono state particolarmente colpite. C’è anche chi ha perso quasi tutto il raccolto perchè aveva meno strumenti per difendersi dagli attacchi della peronospora.

Il periodo di germogliamento in Costiera Amalfitana è più tardivo, mentre nella parte meridionale della provincia di Salerno è stato ancora più tardivo, costringendo il settore a perdite ancora maggiori”, ha aggiunto, ancora, Prisco Apicella. Del resto, gli estremi climatici sono, probabilmente, in Costiera Amalfitana, per quanto notevoli, forse meno evidenti.