Ritorna ad esplodere di gioia, luci e colori il piccolo borgo di Torello, la frazione di Ravello proiettata direttamente sull’infinito della Costiera Amalfitana. Ma torna, soprattutto, a rinnovarsi una tradizione davvero emozionante, quella dell’ “incendio del Borgo” che domani chiuderà le celebrazioni dell’Addolorata.

L’incendio del borgo è il frutto di una miriade di luminarie multicolori che disegnano le sagome delle abitazioni. Lo spettacolo, arricchito di giochi ed eleganti effetti pirotecnici, apprezzato e riconosciuto per la sua originalità coreografica, si inserisce nel solco dei tradizionali incendi di origine partenopea, eseguite per la prima volta nel capoluogo nel corso del 17esimo secolo.

Il programma

L’incendio del borgo è soltanto il punto finale del cartellone civile di una festa religiosa che è parte integrante della tradizione e dell’identità di Torello, quella della Vergine Addolorata: domenica scorsa è iniziato il settenario di preghiera e oggi ricorre la vigilia delle celebrazioni, che prevede, alle 18.30, nell’atrio della cappella di Santa Maria delle Grazie a Paradiso, la recita del Santo Rosario e, alle 19, la solenne esposizione della Venerata Statua della Madonna con la processione verso la chiesa di San Michele Arcangelo e la Santa Messa, presieduta da Don Nicola Avitabile, responsabile del Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile.

Domenica 17, dopo le Sante Messe del mattino, alle 18,30 vi sarà la Santa Messa Solenne e la Processione verso San Pietro alla Costa, presieduta da Don Giovanni Pisacane, referente diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili. Nella locandina di seguito tutti gli ulteriori dettagli.

 

La tradizione

L’antica festività iniziava con il settenario e viveva il momento più significativo durante la processione della sera che richiamava i fedeli anche dalle frazioni vicine. Nel secondo dopoguerra, poi, ci fu la svolta del colore. Questa fu frutto dell’intuizione e dell’opera di Mario Palumbo, mosso dalla grande passione per le arti pirotecniche, che allestì con pochi bengala, una fiaccolata per salutare il passaggio della Madre Addolorata.

La coreografia, affidata a semplici cartocci di composizione pirica, si arricchì con il tempo di numerosi effetti che crearono così un nuova tipologia scenografica in grado di illuminare con fiotti colorati l’intero borgo medievale, distinto dalle tradizionali case con volte estradossate tra pergolati di vite e di limone.

Oggi gli artifici avvolgono il campanile, la chiesa, le case e i giardini, si rincorrono e, a tratti, sembrano addirittura danzare in un curioso balletto evanescente fatto di luci e colori. Piogge di alluminio e di magnesio illuminano il cielo di una notte di fine estate mentre i lumi rossi avvolgono l’intero borgo in un incendio che ha il sapore acre della polvere da sparo.