Amalfi. Potranno riaprire i loro battenti, nella stagione balneare in corso, gli storici stabilimenti balneari Stella Maris, Silver Moon e Marina Grande siti sull’omonima spiaggia.

La Settima Sezione del Consiglio di Stato ha accolto, con tre rispettive ordinanze, gli appelli cautelari presentati dalle società gestrici dei lidi contro quanto disposto dall’ordinanza del Tar dello scorso 9 Aprile. Rinviando, contestualmente, allo stesso tribunale amministrativo della Campania la decisione di merito.

Una valutazione “positiva” quella dei giudici Marco Lipari (Presidente) e dei consiglieri Fabio Franconiero, Angela Rotondano, Marco Morgantini e Pietro De Berardinis, (che ricopre anche il ruolo di estensore) che, dunque, potenzialmente, consente agli stabilimenti di continuare ad esercitare nella stagione balneare 2024, in attesa della nuova messa al bando delle concessioni demaniali.

I giudici del Consiglio di Stato hanno ritenuto, tenendo conto della complessità delle questioni, sotto il profilo del fumus boni iuris (primo dei due aspetti che si analizza in fase cautelare di un procedimento amministrativo) che possa non esserci un collegamento automatico “tra il provvedimento sanzionatorio edilizio e la decadenza della concessione demaniale” stabilita con l’ordinanza di Palazzo di Città. Evidenziando, inoltre, che esiste “un provvedimento di concessione valido ed efficace, che la declaratoria di decadenza sembra presupporre, andando ad incidere su di esso“.

In riferimento, nello specifico, a Marina Grande, i giudici hanno messo in risalto la nota dell’Ufficio Tecnico del Comune dell’8 Aprile 2024, che, secondo i giudici amministrativi, desterebbe “grossi dubbi” andando “a contraddire tutti i precedenti accertamenti e provvedimenti dell’autorità“. In seguito, il 10 Aprile, il Tar aveva disposto, inoltre, la trasmissione “alla competente Procura della Repubblica per le valutazioni di competenza“.

Altro aspetto è quello del periculum in mora (il potenziale danno ai diritti soggettivi dei ricorrenti): “Allo stato non risultano bandite gare per l’assegnazione delle concessioni, cosicché, mentre la decadenza preclude alla società appellante ogni ulteriore esercizio dell’attività imprenditoriale da essa svolta, l’immissione nel possesso dell’area da parte del Comune (peraltro non completata, visto il tenore del decreto presidenziale di accoglimento dell’istanza di tutela monocratica) non sembra poter preludere a un utilizzo dell’area stessa per l’esercizio della corrente stagione balneare“.

Per le toghe amministrative capitoline meglio, dunque, nell’attesa della decisione di merito, tutelare l’interesse dei privati titolari delle strutture: “in questo modo sono altresì soddisfatti gli interessi pubblici alla manutenzione dell’area e alla percezione dei canoni demaniali senza soluzione di continuità”. 

La sesta sezione del Consiglio di Stato, lo scorso 20 Aprile, aveva sospeso, nell’attesa del giudizio di merito, il rilascio degli stabilimenti balneari Stella Maris, Marina Grande e Silver Moon stabilito tramite ordinanza dal Comune nello scorso gennaio.

I provvedimenti erano stati assunti “ritenuto che sussistono i presupposti della estrema gravità e urgenza“: ciò in quanto l’esecuzione del dispositivo di Palazzo di Città impugnato in primo grado avrebbe comportato, per Marina Grande, il rilascio dei beni oggetto della concessione entro il 23 Aprile, mentre, per Stella Maris e Silver Moon, anche la rimozione delle strutture entro il 25 del mese.

La revoca della concessione demaniale da parte del Comune di Amalfi, così come lo stop all’attività di somministrazione e la chiusura delle connesse attività avevano fatto seguito alla sentenza del Consiglio di Stato dell’aprile 2023. Dispositivo, quest’ultimo, che aveva ordinato la rimozione di abusi edilizi ed il ripristino dello stato dei luoghi, e i cui effetti, in quanto passati in giudicato, restano comunque in essere.

La vicenda aveva avuto inizio nel 2014, quando furono emanate le rispettive ordinanze di demolizione delle strutture da parte dell’ente municipale. In un primo momento il Tribunale Amministrativo della Campania dispose la sospensione cautelare delle stesse. Tre anni dopo la decisione di merito e, infine, il respingimento del ricorso presentato dalle società gestrici degli stabilimenti al Consiglio di Stato.