Un futuro di mobilità “verticale” in Costa d’Amalfi? E’ da tempo che si discute della necessità di implementare forme di trasporto sostenibili e, soprattutto, capaci di fronteggiare l’orografia complessa di un territorio, come quello della Divina, che si sviluppa quasi integralmente su scoscesi contrafforti rocciosi.

In Costa d’Amalfi da decenni sono attive – seppur poche complessivamente – teleferiche per il trasporto di merci da un terrazzamento all’altro: queste hanno agevolato di gran lunga il trasporto sia del raccolto (principalmente di limoni) che dei materiali necessari alla coltivazione.

Un esempio? Quella di Salvatore Aceto, titolare di un’azienda agricola impegnata nella limonicoltura e nel turismo esperienziale.

Attiva dal 1968 – spiega l’imprenditore amalfitano – supera un dislivello nel terreno di Valle dei Mulini di ben 360 metri, partendo da circa 70 metri sul livello del mare e terminando la sua corsa ad oltre 400 metri. Ne è presente anche un’altra, sempre ad uso privato e per il trasporto di merci, che copre, però, una lunghezza minore, partendo da quaranta metri sul mare ed arrivando ai piedi del cimitero monumentale“.

Teleferiche come quelle appena descritte potrebbero rappresentare, innanzitutto, uno sprone al ritorno alla coltivazione dei limoneti, che in una percentuale variabile tra il 30 ed il 40% sono abbandonati – continua AcetoMa soprattutto rappresentare la base per una nuova programmazione dei trasporti nel loro complesso in Costa d’Amalfi, in chiave sostenibile e rispettosa dell’ambiente“.

Da un lato, infatti, una programmazione – supportata anche dalle istituzioni locali – potrebbe essere di grande aiuto per recuperare coltivazioni che altrimenti rischiano di essere abbandonate a loro stesse, contribuendo al potenziale declino di un’identità agricola, quella della Costa d’Amalfi, tutta da preservare e valorizzare.

Dall’altro il tema rappresenta, inevitabilmente, uno spunto: e se il futuro per la Costa d’Amalfi possa essere rappresentato dalla mobilità verticale?

Il dibattito, seppur ricco di sospensioni e dietrofront, è sempre potenzialmente aperto: a tal proposito, a valorizzare questo tema è l’ex sindaco di Cetara Secondo Squizzato, uno dei pionieri di un turismo virtuoso e sostenibile nella Divina.

Mi sono imbattuto nel tema della mobilità delle persone da ex sindaco, così come durante il mio mandato ho sempre soffermato la mia attenzione sulla valorizzazione delle aree rurali (e quindi dei terrazzamenti)“, commenta il Sindaco di Cetara.

Squizzato ha contribuito alla fondazione dell’associazione L’Innesto, nata la scorsa estate con lo scopo di tutelare i piccoli produttori di limoni pur non essendo imprenditori professionali.

L’impiego delle teleferiche potrebbe, innanzitutto, facilitare il lavoro di una proprietà estremamente polverizzata e che, senza un’adeguato sostegno alla mobilità innanzitutto delle proprie merci, difficilmente potrebbe proseguire la propria opera, passata, ormai, ampiamente, l’epoca delle “formichelle”.

Il parere dell’ex sindaco di Cetara è chiaro: per il trasporto delle merci installare teleferiche, con un inevitabile supporto operativo e finanziario delle istituzioni, potrebbe essere fondamentale per facilitare i piccoli produttori. Dall’altro, però, l’ex primo cittadino di Cetara boccia sonoramente l’ipotesi dell’impiego di monorotaie, pur ventilato in passato.

Le proposte sulle monorotaie non mi convincono: queste hanno un piccolo vagoncino che può essere utile a trasportare non persone ma merci, attrezzature, etc – commenta il presidente dell’associazione L’InnestoPoiché queste hanno grandi difficoltà a mantenersi in esercizio, il problema non è il trasferimento delle persone tra un terrazzamento e l’altro. Ciò che genera difficoltà è la necessità di risalire con le merci al seguito, magari con centinaia di sporte di limoni che sono state raccolte. I nostri avi ci hanno insegnato che bastava mettere un filo d’acciaio, attaccarci un gancio, e impiegare la teleferica, che nel nostro linguaggio quotidiano chiamiamo o’nzart: con un’idonea collocazione di strutture potremmo risolvere una parte importante dei problemi di chi vuole mantenere in esercizio un attività agricola che è il trasporto del materiale“.

L’impiego delle teleferiche potrebbe avere un impatto positivo anche sull’ambiente.

Con le tecnologie odierne che consentono di migliorare alcuni aspetti la teleferica risulta molto compatibile con l’ambiente in quanto risulta decisamente poco invasiva“, aggiunte, infatti, Squizzato, che, però, boccia l’ipotesi di adottare la mobilità su fune per il trasporto dei passeggeri.

Tre sono state le ipotesi di funivia sviluppate dall’Acamir negli anni scorsi in tal senso, per favorire la mobilità sostenibile in Costiera Amalfitana riducendo l’uso di auto: la Minori-Ravello, l’Agerola-Amalfi e la Angri-Chiunzi-Maiori.

Siamo sicuri che una funivia che colleghi Agerola con Amalfi sia la cosa migliore? – commenta a tal proposito Squizzato bocciando l’ipotesi del trasporto passeggeri su fune – La loro messa in esercizio sarebbe difficilissima, dubbi ci potrebbero essere, inoltre, sui finanziamenti e soprattutto sui fondi relativi al funzionamento della stessa. Avere soldi da spendere è oggi visto come un miraggio. Sarebbe troppo comodo spendere soldi gratis, nessuno ci può dire con quale coerenza ci saranno le condizioni per mantenere in esercizio impianti del genere“.