“Il Soprintendente, con esclusivo riferimento alle competenze di natura paesaggistica esprime parere contrario”. Suona come un macigno quanto stabilito dall’ente preposto alla tutela del paesaggio e dei beni culturali in Provincia di Salerno, per la ex Strada Statale 373 di Castiglione.

Si complica, infatti, il percorso, fortemente voluto dal Comune di Ravello, e auspicato anche dai numerosi residenti e visitatori della zona, per l’ampliamento della sede stradale nel tratto che va dalla Torre di Civita alla Torre dello Ziro.

Attualmente il tratto di strada presenta una carreggiata strettissima, impiegata per entrambi i sensi di marcia. L’unico strumento che consente, nelle ore di punta, di mitigare gli ingorghi, è un impianto semaforico che regola il traffico a senso unico alternato.

Secondo la Soprintendenza, infatti, l’opera progettata non rispetterebbe lo stato dei luoghi, caratterizzati dalla presenza di arbusti spontanei della macchia mediterranea, costruzioni rustiche in pietra locale ed altri manufatti che non sarebbero preservati, nel loro insieme, dall’intervento previsto.

Secondo il parere della Direzione A.B.A.P. (Archeologia, Belle Arti e Paesaggio), inoltre, il parere favorevole del Comune di Ravello, rilasciato il 3 novembre dello scorso anno dalla dirigente Rosa Zeccato, a capo dell’Ufficio Tecnico Comunale, non sarebbe sufficiente a giustificare gli interventi.

Infatti il parere positivo del Comune, secondo il Soprintendente, avrebbe tenuto conto esclusivamente dell’esigenza di migliorare, nei tempi più rapidi possibili, la transitabilità della strada, senza tener conto dell’ impatto ambientale derivante dal suo ampliamento.

L’intervento è considerato, sia dai cittadini di Ravello che da quelli di Scala, particolarmente urgente, in quanto la ex Statale 373 rappresenta l’unico asse viario di collegamento delle due località con il Presidio Ospedaliero di Castiglione e con la Statale 163 Amalfitana.

La Conferenza dei servizi decisoria, convocata in forma semplificata proprio con lo scopo di favorire l’assunzione di determinazioni in tempi rapidi sulla problematica, ha dunque dato esito negativo.

Si tratta di un risultato che, dunque, non farà altro che allungare i tempi per l’eventuale realizzazione dell’intervento, ideato per la prima volta nel lontano novembre del 2008 con un protocollo d’intesa tra Comune e Provincia.

Il Soprintendente, infatti, se da un lato non ha chiuso ad ulteriori, possibili nuovi progetti che tengano maggiormente conto dell’impatto ambientale dei lavori di ampliamento, dall’altro ha, comunque, bocciato l’ipotesi progettuale in essere.