L’ospedale Ruggi di Salerno tra i dodici bocciati dall’Agenas. Sono tutti del Mezzogiorno i nosocomi con l’indice di performance più basso d’Italia. Problemi organizzativi: Salerno sesta. Le responsabilità della politica e i dettagli.

Le aziende ospedaliere funzionano bene o male a seconda di come vengono gestite. Con una differenza però: le prime gestiscono la salute e gli errori di gestione non sono ammessi.

La quotidianità con cui ci confrontiamo abitualmente da pazienti è fatta spesso di lunghe liste d’attesa, esami diagnostici che per essere precisi vanno eseguiti con macchinari sotto i 10 anni. Ed è qui che, tranne rare eccezioni, qualità delle cure e capacità dei manager sono strettamente legate.

Il Ruggi figura tra i dodici peggiori ospedali secondo Agenas. Sei sono gli indicatori di cui l’agenzia, che si occupa dei servizi sanitari regionali, tiene conto per le proprie valutazioni.

-Pronto soccorso
-Tempi di attesa
– Ricoveri
-Bilanci
-Numero adeguato di medici e infermieri per posto letto
-Macchinari

Ecco cosa dicono i risultati del primo report presentato a Roma il 24 maggio. È stato preso in considerazione il 2021, anno in cui gli ospedali hanno dovuto fare ancora pesantemente i conti con il covid19. Dei 53 ospedali esaminati, 12 hanno un livello di performance basso, 32 medio e solo 9 alto.

Gli ospedali con le performance più basse sono: Cosenza, San Pio (Benevento), Sant’Anna e San Sebastiano (Caserta), Riuniti Villa Sofia Cervello (Palermo) Ospedali Civico Di Cristina Benfratelli (Palermo), Cannizzaro (Catania), San Giovanni Addolorata (Roma), San Camillo Forlanini (Roma); e gli universitari: Luigi Vanvitelli (Napoli), San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona (Salerno), Mater Domini (Catanzaro) e Policlinico Umberto I (Roma).

C’è poi un indicatore, l’indice comparativo di Performance, che permette di valutare a parità di gravità del caso la durata del ricovero. Più è lungo più vuol dire che l’ospedale ha problemi organizzativi. Tra i peggiori, addirittura al sesto posto, c’è ancora una volta il Ruggi.

C’è però un dato che lascia sperare, almeno per il futuro. La Campania, stando ai dati dal 2019 al 2021, risulta la regione nella quale troviamo la più alta percentuale di miglioramento nell’area degli Investimenti dal 2019 al 2021. Il Ruggi in particolare, in tutta la sua complessa difficoltà, ha fatto registrare un tasso di crescita medio pari a 0.8 punti percentuali.