Era il 1002, da un biennio l’inquietudine della profezia dell’apocalisse di San Giovanni era tramontata e il mondo si riprendeva con forza dalle ataviche paure dei numeri a quattro cifre. Ad aprile Amalfi – già rumorosa all’epoca -, scandiva il proprio tempo con squilli di trombe e rintocchi di campane, mentre drappi di seta pendevano dalle finestre delle case che degradavano romanticamente a mare.

Era festa grande nella Capitale del ducato: Sergio, giovane primogenito del duca Giovanni I e della duchessa Regale, prendeva in moglie la longobarda Maria, figlia del principe di Capua e di Benevento. Un lungo corteo, rivisitato mille anni dopo dallo scenografo Roberto Scielzo, sfilava per le vie della città.

Dieci secoli più tardi ripresa e numeri tornano d’attualità. Da un lato, il mondo dello sport dà la spallata decisiva al Covid. Dall’altro è proprio nei numeri che va letto il successo straordinario di 66 edizioni vissute al massimo dei giri.

Quattro, come le gloriose Repubbliche che prendono parte alla rassegna. Amalfi, Pisa e Genova e Venezia tornano a fronteggiarsi in quelle acque dove una volta c’era accesa rivalità commerciale. Sessantacinque, come i duelli che ormai dal lontano 1956 attirano gli appassionati sulla battigia. Trecentoventi, come i figuranti in costume: collante storico tra presente e passato, sono riconosciuti come vere e proprie testimonianze storiche.

Come quella che Andrea Milone, per tutti Endrù, rilasciò sulle nostre colonne. «La preparazione della prima Regata delle Repubbliche Marinare iniziò due anni prima, quando ci fu la richiesta sindaco di Pisa, che trovò la piena approvazione dell’allora sindaco Amodio. Genova tentennò un po’. Venezia, invece, avendo tante regate già previste era contraria. Grazie all’intervento del Ministero del Turismo riuscimmo ad avere l’assenso di tutti. Preparammo costumi e scenografie e partimmo in novanta da Amalfi alla volta di Pisa».

Milone, componente del primo comitato organizzatore della Regata delle Repubbliche Marinare ad Amalfi, si sofferma sull’importanza della manifestazione: «A livello turistico la Regata pone Amalfi all’attenzione del mondo. Siamo un piccolo paese rispetto alle altre tre grandi città ma siamo sicuramente preparati e generosi. Quando organizzammo per la prima volta la regata ad Amalfi, avremmo dovuto portare a cena all’albergo dei Cappuccini i componenti delle altre squadre».

Poi, prosegue: «Saremmo dovuti essere poco più di 150, ma si presentarono circa 350 persone, nonostante le ovvie difficoltà nel contenere tutte quelle persone riuscimmo a far mangiare tutti. Ricevemmo i complimenti di tutti per l’accoglienza riservata. Per quanto riguarda gli atleti, all’epoca si trattava principalmente di pescatori, che dopo il lavoro si dedicavano agli allenamenti. Il comitato organizzatore li sosteneva dando a loro mille lire per ogni presenza gli allenamenti».

Lungo e fitto il calendario di appuntamenti collaterali che costelleranno la rassegna. Bisognerà, però, attendere domenica per la gara agonistica più attesa. Non poche le novità. Una delle più attese riguarda le quote rosa, con il palio a equipaggi misti che prenderà il via sabato 4 giugno: partenza da Marmorata e arrivo ad Atrani. Fatti onore Amalfi, la storia si compie oggi.