Il Mercoledì delle Ceneri (o Giorno delle Ceneri o, più semplicemente, le Ceneri; in latino: Feria quarta cinerum) è il mercoledì precedente la prima domenica di quaresima che, nelle chiese cattoliche di rito romano e in molte chiese protestanti, coincide con l’inizio della quaresima, periodo liturgico “forte” a carattere battesimale e penitenziale in preparazione della Pasqua cristiana.

Il Mercoledì delle Ceneri, che segue l’ultimo giorno di Carnevale, ossia il Martedì Grasso, è conosciuto anche come momento di penitenza e digiuno, astenendosi dal consumo di carni.

Proprio in riferimento a queste disposizioni ecclesiastiche, sono nate alcune locuzioni fraseologiche, poi divenute celebri, come Carnevale –dal latino “Carnem levare”, ossia “eliminare la carne” o Martedì Grasso, ultimo giorno di Carnevale, in cui si può mangiare “di grasso”.

Quanto al digiuno, esso rappresenta, per tutte le religioni monoteiste, un importante momento di raccoglimento (i musulmani lo celebrano nel mese del Ramadan, gli Ebrei con il kippur, i Cristiani nella Quaresima).

La parola ceneri richiama, in modo specifico, la funzione liturgica che caratterizza il primo giorno di Quaresima, durante la quale il celebrante sparge un pizzico di cenere benedetta sul capo o sulla fronte dei fedeli per ricordare loro la caducità della vita terrena, spronandoli all’impegno penitenziale della Quaresima.

Ma perchè la cenere nel Mercoledì delle Ceneri?

«Ricordati uomo, che polvere sei e polvere ritornerai» dice Dio ad Adamo dopo il peccato originale perché sulla terra siamo solo di passaggio.

Questo ricordano le ceneri, benedette, sparse oggi sul capo dei fedeli durante la liturgia di questa giornata si sparge un po’ di cenere benedetta sul capo dei fedeli.

Si ottengono bruciando i rami d’ulivo benedetti la domenica delle Palme dell’anno precedente.

Serve a ricordare la transitorietà della vita terrena: «Ricordati uomo, che polvere sei e polvere ritornerai» come Dio dice ad Adamo dopo il peccato originale (Genesi 3,19).

La cenere è anche il segno esterno di colui che si pente dei propri peccati.