Con la proiezione del documentario “Costa d’Angolo” di Elisa Flaminia (3 agosto ore 20,30) prosegue il Maiori Festival.

La regista dedica questo suo lavoro a Maiori con le sue storie e tradizioni, e affianca anche la visione del primo episodio “Nanà” della docu-serie “Donne di terra”- L’idea di realizzare questo film nasce dall’esigenza di raccontare una scoperta.

“Ho frequentato Maiori sin da bambina e un giorno mi sono accorta che esisteva un mondo antico che per tutta la vita non avevo mai visto – afferma la Flaminia -. Un mondo fatto di cultura, memorie e una umanità portatrice del patrimonio culturale dell’Italia mediterranea. Questo universo appariva ai miei occhi ben più valoroso di quello che viene proposto ai tanti che visitano questi luoghi. Ho iniziato a incontrare delle persone che mi hanno raccontato la storia di questo paese e mi hanno aperto le porte di un mondo prezioso, fatto di giardini di limoni, musica, lavoro e tradizioni antichissime. La ricostruzione che ha seguito l’alluvione del 1954 ha stravolto l’anima di Maiori a favore di una modernità vorace, distruttrice. Una ricostruzione selvaggia ha ferito l’anima del paese: il cambiamento non è stato solo urbanistico, ma anche sociale e antropologico. Il film racconta la storia di questo cambiamento attraverso le vite delle persone che hanno vissuto gli ultimi sessant’anni la storia del paese. Costa d’Angolo è un documentario di creazione che racconta il mio personale punto di vista su questo posto e i suoi abitanti e si sviluppa attraverso il linguaggio del cinema diretto e il dualismo dell’ambiente circostante è l’anima dello sguardo cinematografico. Mi sono avvalsa del repertorio fotografico fornito dal Centro di Cultura e storia amalfitana, che ha supportato la ricerca fotografica, insieme ai fotografi Landi e Dell’Isola. Le immagini in bianco e nero sono sonorizzate da un sound design che ne esalta l’impatto animandole come se vivessero. Il tema musicale del film è di Nando Citarella e la colonna sonora alterna canti tradizionali e canti registrati sul posto. La fotografia calda e dai toni pastello, racconta i personaggi e le azioni restituendoli allo spettatore incontaminati. Il montaggio costruisce la storia del film come una tela di ragno, permettendo allo spettatore di vivere questa terra e la sua storia come io l’ho vissuta”.

Elisa Flaminia Inno nasce a Napoli, si laurea con lode al DAMS di Roma e studia regia documentaria presso l’Istituto nazionale di Cinematografia del Quèbéc, in Canada. Dal 2006 lavora a Roma per le principali produzioni nazionali, collaborando con registi e attori del calibro di Giuseppe Tornatore e Sophia Loren. Nel 2009 inizia a dirigere corti e documentari, videoclip e pubblicità.

I suoi lavori sono stati proiettati in diversi festival in Europa e in Canada. Nel 2014 si specializza a Roma in co-produzione internazionale del documentario e affianca all’attività di regista quella di produttrice. Attualmente è impegnata nella lavorazione del suo primo lungometraggio documentario intitolato