Decadenza dalla concessione demaniale e divieto di continuare ad esercitare l’attività di parcheggio di autoveicoli, ma anche di deposito e manutenzione di natanti. In più, con l’intimazione di sgombero della parte dell’area della Grotta dell’Annunziata (di circa 385 mq) ricadente nel territorio comunale di Maiori.

E’ quanto stabilito, con la determina del 19 maggio scorso, dal municipio della città costiera, nella persona del responsabile dell’area tecnico-urbanistica, l’architetto Anna Ruocco.

Sarebbe, dunque, insufficiente, secondo i tecnici del comune di Maiori, la rimozione delle opere abusive contestate nello scorso anno, così come sarebbe illegittimo sotto i profili urbanistico, paesaggistico ed ambientale, mantenere la concessione demaniale e consentire il proseguimento dell’attività di parcheggio.

Attraverso l’ordinanza dello scorso 28 aprile anche la responsabile agli affari generali dell’ufficio di Minori Marzia Ruocco aveva accertato che l’area, interessata dalla richiesta di condono edilizio, non fosse stata mai autorizzata dal punto di vista edilizio, urbanistico, paesaggistico ed ambientale.

La grotta, che presenta i resti di un edificio religioso risalente al XIV secolo, sita ai confini tra i comuni di Maiori e Minori, era già da un anno sotto i riflettori degli enti competenti: nonostante ricadesse in area vincolata dal 1990, infatti, nel 1995 era stata per la prima volta autorizzata l’attività di parcheggio e rimessaggio al suo interno, con licenze stagionali rinnovate periodicamente tramite generiche comunicazioni di prosecuzione.

Il 21 Aprile dello scorso anno era stato eseguito un sopralluogo ispettivo, su formale denuncia pervenuta alla Soprintendenza di Salerno-Avellino, da cui erano stati individuati abusi edilizi di vario genere all’interno dell’area.

Proprio da allora ebbe origine la lunga querelle che ha visto coinvolti i concessionari demaniali dell’area, gli uffici comunali di Maiori e Minori e la Soprintendenza, che ha da sempre contestato l’incompatibilità tra una frequentata attività di parcheggio e rimessaggio e, da un lato, il valore paesaggistico della grotta, dall’altro, il rischio di frana molto elevato.

Ma la delibera del comune di Maiori ha bocciato, nei fatti, anche le controdeduzioni presentate dai gestori del parcheggio il 13 Aprile scorso.

I gestori del parcheggio-rimessaggio avevano evidenziato, a propria difesa, che l’area, già prima del vincolo del ’90, era stata adibita a parcheggio per natanti, che non era mai stata cambiata la destinazione d’uso del sito e che, peraltro, l’attività svolta aveva una pubblica utilità, vista la carenza di spazi per la sosta sia di auto che di barche.

Inoltre, secondo i gestori dell’area sarebbero stati i lavori per la realizzazione del Porto di Maiori a precludere l’accesso all’arenile: in ogni caso, anche l’attuale sistemazione del piano di quota sarebbe configurata come oggi in epoca antecedente all’istituzione del vincolo.

Anche sul pericolo frana, nelle controdeduzioni gli scriventi hanno evidenziato che lavori di messa in sicurezza da loro eseguiti avrebbero favorito la preservazione del bene stesso.