di Antonio Amatruda – “Esplode fabbrica di fuochi artificiali, tragico il bilancio delle vittime”. Purtroppo spesso apprendiamo notizie del genere.

Un episodio simile accadde anche ad Amalfi Il 21 dicembre 1952.

Una terribile esplosione gettò nel panico la frazione di Pogerola, i paesi limitrofi e il sottostante comune capoluogo. Saltò in aria una fabbrica di fuochi clandestina in località Mola della Salice.

Ai primi soccorritori si presentò uno scenario penoso. Era crollata la sede della fabbrica, una casa colonica di due piani. Un’abitazione vicina, di un certo Luca Chierchia, fu sventrata per lo spostamento d’aria.

Giunti sul posto, i carabinieri agli ordini del comandante Guido Mastroianni e alcuni volenterosi sotto la guida dell’ing. Ruggiero Francese prestarono i primi soccorsi. Venne estratto dalle macerie il proprietario della fabbrica Fiorentino De Crescenzo, di 60 anni, con ustioni di primo e secondo grado al viso e numerose ferite al corpo. Fu trasportato privo di sensi alla clinica Spirito Santo di Amalfi del dottore Gaetano Naddeo.

Uno dei fuochisti, Gregorio Avitabile di Matteo, riuscì a venire fuori dalle macerie da solo e benché gravemente ferito al viso e al corpo si trascinò sino alla sua abitazione a circa 200 metri di distanza dove venne soccorso dal dottore Naddeo.

Per soccorrere altre quattro persone sepolte sotto le macerie accorsero i Vigili del Fuoco di Salerno. Estrassero i corpi irriconoscibili della sessantenne Maria Lauritano e del ventiseienne Costabile De Crescenzo. La testa della donna orribilmente maciullata venne rinvenuta sotto una pianta di fico, ciocche di capelli erano rimaste impigliate sui rami.

Si calcolò che esplose circa un quintale e mezzo di polvere pirica. La fabbrica doveva essere piena di fuochi per le imminenti feste natalizie. Infatti un discreto quantitativo di tracchi e bombe a mano inesplosi presenti sia in un deposito che tra le macerie costituirono un serio pericolo per i soccorsi.

Solo dopo molto tempo alla luce dei riflettori fu possibile estrarre i corpi senza vita di Alfonso Esposito di 28 anni e Alfonso De Crescenzo di 26. Nella serata i due feriti furono trasportati all’Ospedale di Salerno per l’aggravarsi delle loro condizioni.

Sul posto della sciagura accorsero il sindaco di Amalfi, l’ avv. Francesco Amodio, in seguito parlamentare della Democrazia Cristiana, e l’avv. Bottiglieri, all’epoca presidente dell’ Ente provinciale turistico di Salerno. Il consiglio comunale previsto nella serata fu annullato in segno di lutto e di solidarietà.

Notizie tratte dal periodico Amalfi – La Costiera Azzurra. Numero di Gennaio 1953.