Imputati assolti perché il fatto non sussiste. Si chiude con una svolta il procedimento giudiziario, durato quasi sei anni, che ha riguardato i depuratori della Costiera Amalfitana, ed, in particolare, quello di Maiori, in seguito all’ondata di sequestri avvenuta tra il 2016 ed il 2017. Lo scrive “Il Mattino” nell’edizione digitale di oggi.

Tra sei e sette anni fa, infatti, tutti i depuratori della Costiera Amalfitana furono sequestrati: numerosi sindaci e tecnici finirono sotto inchiesta.

L’intero sistema di sversamento in mare finì nel mirino degli investigatori e al centro di una vicenda giudiziaria. Oggi il fatto non sussiste ed è giunta, dunque, l’assoluzione per buona parte degli indagati.

I fatti

Nel caso del depuratore di Maiori, gli accertamenti rivelarono che gli impianti di trattamento delle acque fossero inadeguati, e che queste venivano sversate in mare senza aver ricevuto un’ idonea depurazione.

Le acque in uscita dall’impianto di depurazione, infatti, contenevano sostanze altamente inquinanti che avrebbero prodotto danni alle matrici ambientali di beni pubblici, che, peraltro, erano vincolati sotto l’aspetto paesaggistico.

Sotto accusa finirono anche alcuni interventi di abusivismo edilizio: questi ingrossavano in modo abnorme, secondo gli inquirenti, il flusso di reflui.

Ciò, infatti, accadeva in maniera superiore a quanto, tecnicamente, sopportato dagli impianti.

Ieri si è tenuta, poi, la svolta definitiva in un procedimento giudiziario durato quasi sei anni, che ha avuto, come conseguenza, l’ assoluzione per tutti i capi d’imputazione.

In un primo momento le indagini riguardarono sei persone: le ipotesi di reato furono di danneggiamento dei beni pubblici, gettito di cose idonee a molestare le persone, deturpamento di bellezze naturali.

A processo, stando a quanto si legge, inoltre, nell’articolo de Il Mattino, finirono poi ben quattro “addetti ai lavori”: Antonio Della Pietra, ex primo cittadino difeso dall’avvocato Vincenzo Rispoli; Antonio Capone, attuale sindaco, difeso dall’avvocato Giuseppe Della Monica; Aniello Casola, ingegnere dell’ufficio tecnico comunale, difeso dall’avvocato Silverio Sica; Luigi Avitabile, manutentore degli impianti difeso dall’avvocato Luigi D’Uva.