Ingoia un cucchiaino e viene trasferito d’urgenza al Ruggi. L’intervento, durato alcune ore, a opera del dott. Maurizio Romano e il suo team di endoscopia digestiva. L’uomo è adesso fuori pericolo. “Un piccolo esempio di multi professionalità al servizio dell’utenza”.

La sanità che conquista, la sanità di cui andare fieri. Nella tarda sera di lunedì un trentenne originario di Salerno, nell’atto di ingerire alcune quantità di acqua e zucchero, precedentemente mescolate, ha ingoiato anche il cucchiaino.

L’utensile domestico è stato inghiottito dal giovane che – giustamente preoccupato – si è prontamente recato al nosocomio cittadino Ruggi d’Aragona. Qui il cucchiaino è stato rimosso dallo stomaco grazie all’intervento del team di endoscopia digestiva di urgenza  – che fa capo al dott. Maurizio Romano – con gli infermieri Avagliano e Onofrio Menichini, in collaborazione stretta con l’equipe chirurgica del Pronto Soccorso.

Un lavoro di squadra particolarmente importante in situazioni come quella appena raccontata, impreziosito dal contributo dell’anestesista Marcello Piccolo e il personale della sala operatoria.

Un piccolo esempio di multi professionalità al servizio dell’utenza“. Questo il commento a freddo del dott. Maurizio Romano, il quale ha raccolto un grande plauso dal mondo social. È stato proprio lo stesso medico a postare la foto e a raccontare quanto accaduto la notte tra domenica e lunedì. Un’esperienza che arricchisce il bagaglio d’esperienza dei giovani infermieri che, al fianco di grandi professionisti del settore, crescono nonostante il difficile momento che la sanità vive a causa dei tagli in regione Campania.

Lo stesso Romano, però, non è riuscito a venire a capo della così particolare distrazione che ha coinvolto il 30enne.

“Tutti vogliono sapere la stessa cosa. Probabilmente una grande sete e una ancora maggiore distrazione. Vi posso dire – prosegue Romano sul proprio profilo social – che per l’esperienza che abbiamo che le persone sono in grado di ingerire tutto: forchette, coltelli, rasoi, chiodi, molle dei materassi e altre cose che noi umani possiamo solo immaginare…”