Respinto il ricorso del Comune di Ravello per l’annullamento della delibera consiliare 19 dell’8 Giugno 2022 nella parte in cui aveva modificato il regolamento di polizia mortuaria del Comune di Atrani, che (all’articolo 55) aveva introdotto limitazioni alla sepoltura dei residenti della frazione di Castiglione nel cimitero del centro costiero.

A stabilirlo, la prima sezione salernitana del Tar, presieduta da Salvatore Mezzacapo (Rosa Anna Capozzi, Referendario ed Anna Saporito anche nel ruolo di estensore).

Palazzo Tolla era già da tempo fortemente contrario alle restrizioni alla sepoltura dei residenti nella frazione costiera, giustificata dal Comune di Atrani con la carenza di loculi per l’inumazione. I dettagli.

Linea, questa, avallata dai giudici amministrativi che, ripercorrendo la vicenda e facendo riferimento alla giurisprudenza pregressa in materia, hanno considerato pienamente legittimo l’esercizio di una forma di discrezionalità da parte dell’ente comunale di Atrani.

I giudici hanno ritenuto che le posizioni dell’ente ricorrente siano infondate. Non è da considerarsi sussistente, infatti, la violazione dei principi di lealtà e cooperazione tra enti, addotta dal Comune di Ravello.

Il Comune – si legge nel dispositivo – può legittimamente modificare il regolamento di polizia mortuaria limitando la sepoltura nel cimitero comunale solo a coloro che siano morti nel territorio del Comune o che, all’atto del decesso, fossero residenti nel Comune stesso (…) a fortiori deve ritenersi consentito all’Ente locale circoscrivere l’ambito dei soggetti residenti nel territorio di altro Comune che possano accedere alla sepoltura, come avvenuto nel caso di specie“.

Né è dato ravvisare, nella fattispecie considerata, alcun autovincolo assunto dal Comune di Atrani, tale da inficiare la legittimità delle successive determinazioni“, prosegue ancora la sentenza del Tar.

Non vi sarebbe stato, inoltre, alcun obbligo di concertazione con il Comune di Ravello “per la delimitazione del territorio interessato dalla modifica regolamentare“. La delibera, in coerenza con la sua natura di “atto di indirizzo politico-amministrativo, appare volta unicamente a orientare l’azione del Sindaco, senza tuttavia condizionare direttamente la gestione della concreta vicenda amministrativa o in alcun modo esaurire la discrezionalità spettante al Consiglio Comunale“.

La vicenda

Una contesa, quella tra Ravello ed Atrani per la disponibilità di spazi nel cimitero comunale, le cui origini risalgono ad oltre mezzo secolo fa. Con la delibera di consiglio comunale numero 39 del 29 Novembre del 1970, infatti, il Comune di Atrani individuava i soggetti aventi diritto alla sepoltura nel Cimitero Comunale ricomprendendo anche le salme di residenti a Castiglione, ciò in virtù sia della vicinanza alla frazione stessa, sia del fatto che il suolo del cimitero era stato ceduto dal Comune di Ravello al Comune di Atrani.

Oltre un trentennio dopo, il Comune di Ravello, con delibera di giunta municipale n. 60 del 17.06.2005, delimitò il perimetro della frazione di Castiglione, mediante l’individuazione delle strade ivi ricadenti i cui abitanti avrebbero potuto accedere alla sepoltura presso il cimitero di Atrani.

Dieci anni dopo, nel 2015, il Comune di Atrani approvò il regolamento di Polizia Mortuaria e dei servizi cimiteriali consentendo la sepoltura soltanto alle persone residenti entro i confini fissati dallo stesso documento.

La questione si riaccese nel 2022, quando con la delibera di consiglio comunale 7 del 27.04.2022, il Comune di Atrani, lamentando un presunto disinteresse del Comune di Ravello nel concorrere alle spese cimiteriali nonché una carenza di spazi per l’inumazione delle salme, approvò una mozione al fine di promuovere un incontro con l’Amministrazione Comunale di Ravello onde individuare soluzioni condivise per scongiurare la saturazione dell’area cimiteriale di Atrani.

Con una successiva delibera, la n. 19, dell’8 Giugno, il Comune di Atrani ha tuttavia unilateralmente apportato modifiche all’art. 55 del Regolamento di polizia mortuaria, restringendo il perimetro territoriale della frazione di Castiglione e così limitando immotivatamente la sepoltura ai cittadini ivi residenti, esclusivamente in alcune strade della frazione.

Di lì, l’accensione della querelle, con Palazzo Tolla che nell’ottobre dello stesso anno, annunciò il ricorso straordinario al Capo dello Stato definendo irricevibili le determinazioni del Comune di Atrani. In seguito all’opposizione di quest’ultimo, nel gennaio del 2023 fu presentato ricorso.