Renato Carosone è stato uno dei simboli della musica italiana nel mondo. A lui è dedicato il film Carosello Carosone. Ripercorriamo la sua storia vera.

La nascita e gli inizi: Napoli, 1937

Renato Carosone nasce il 3 gennaio 1920 a Napoli. A soli diciassette anni, si diploma in pianoforte al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli. Per aiutare la sua famiglia, decide di accettare una proposta di lavoro in Eritrea, a Massaua, come pianista in un locale. Nonostante il rischio di contrarre malattie tropicali, la paga era buona. Tuttavia, l’esperienza non fu del tutto positiva, poiché il pubblico non apprezzava il suo repertorio di canzoni napoletane.

L’Africa e l’incontro con Lita

Carosone decide di rimanere in Africa fino al 1946, suonando principalmente ad Asmara. È qui che incontra Italia Levidi, una ballerina veneziana madre di un bambino, Pino. Nonostante le difficoltà, Renato e Lita si sposano e Carosone adotta Pino, considerandolo come suo figlio. La coppia non avrà altri figli, ma il legame con Pino sarà sempre intenso e commovente.

Il ritorno a Napoli e la rivoluzione musicale

Tornato a Napoli nel dopoguerra, Carosone avverte una forte voglia di cambiamento nella città. Mescola la canzone napoletana con i ritmi swing e rock americani, contaminando il tutto con gli echi del suo soggiorno africano. Fondando il Trio Carosone con Peter Van Wood alla chitarra e voce e Gegè Di Giacomo alla batteria, crea un nuovo sound che conquista rapidamente il pubblico.

Il trio ottiene un successo immediato, suonando nei locali più prestigiosi d’Italia e d’Europa. L’incontro con il paroliere Nicola Salerno, noto come Nisa, è determinante. Insieme, creano alcuni dei più grandi successi della musica italiana come “Caravan Petrol”, “Tu vuo’ fa’ l’americano” e “O sarracino”.

L’apice della carriera e il ritiro

Nel 1958, Carosone e il suo Sestetto si esibiscono alla Carnegie Hall di New York, consacrando il loro successo internazionale. Tuttavia, il 7 settembre 1959, Carosone annuncia a sorpresa il suo ritiro dalle scene.

In un’intervista spiega: “Mi sono ‘ritirato’ per questa unica ragione: per scendere dalla ribalta mentre sono ancora vivo. Non si può cantare davanti alle telecamere sapendo che qualcuno sta spegnendo stizzito il televisore. Non volevo che questo mi accadesse mai“.

Il ritorno sulle scene e la seconda carriera

Convinto da Sergio Bernardini, Carosone torna sulle scene il 9 agosto 1975 alla Bussola di Focette. Ripropone il suo repertorio di successo e scrive nuove canzoni, partecipando anche a due edizioni del Festival di Sanremo. Nel settembre 1975, tiene un concerto al Madison Square Garden di New York, dando inizio a una nuova fortunata tournée.

La malattia e la morte

Il 22 marzo 1993, Carosone viene colpito da un aneurisma cerebrale e viene ricoverato d’urgenza all’ospedale San Camillo di Roma. Nonostante l’intervento complesso, riesce a superare la malattia e continua a dedicarsi alla musica e alla pittura. Il 26 ottobre 1996, riceve il Premio Tenco per il rinnovamento apportato alla canzone napoletana.

Il suo ultimo concerto si tiene a Napoli, in Piazza del Plebiscito, durante la festa di Capodanno del 1998, davanti a duecentomila persone. Renato Carosone muore nel sonno il 20 maggio 2001 nella sua casa di Roma, dove si era trasferito dopo aver vissuto per un periodo sul lago di Bracciano, sempre a fianco della moglie Lita.