In questa prima serata di giovedì 23 febbraio Rai Premium propone la prima puntata della miniserie Atlantic Crossing. Si tratta di un dramma storico ambientato in Norvegia e Stati Uniti nel periodo del secondo conflitto mondiale. La serie narra le vicissitudini di Marta di Svezia e di Franklin Roosevelt: scopriamo insieme i particolari della storia.

Atlantic Crossing: la trama

La serie Atlantic Crossing è ispirata a una storia vera e racconta la nascita di una grande amicizia durante la seconda Guerra Mondiale. La vicenda è ambientata negli anni ’40, quando la Germania nazista aveva invaso la Norvegia. La famiglia reale fu, dunque, costretta a fuggire: il principe Olav e la principessa Marta intrapresero percorsi diversi. La principessa ereditaria andò in direzione degli Stati Uniti e soggiornò con i suoi figli alla Casa Bianca.

Durante la sua permanenza come rifugiata di guerra, nacque una lunga e profonda amicizia con il Presidente Franklin Roosevelt. Marta s’impegnò moltissimo per assistere la Croce Rossa americana, tanto da influenzare il discorso di Roosevelt “Look to Norway”, nel 1942.

Chi era Marta di Svezia?

Il nome svedese di Marta di Svezia era Märtha Sofia Lovisa Dagmar Thyra Bernadotte, nata il 28 marzo 1901 a Stoccolma. Marta fu principessa di Svezia e Norvegia fino al 1905 e, successivamente, solo di Svezia, quando I due stati vennero separati e governati da due sovrani diversi I suoi genitori erano Carlo, duca di Västergötland, e la principessa Ingeborg di Danimarca. I suoi nonni, invece, erano i re Oscar II di Svezia e il Re Federico VIII di Danimarca.

Durante la sua infanzia fu seguita a casa da insegnanti privati e si specializzandosi nel primo soccorso e nell’assistenza all’infanzia. Il 21 marzo 1929 sposò il principe ereditario di Norvegia nella cattedrale di Oslo e dal loro matrimonio nacquero tre figli. Nel 1939 Marta e suo marito fecero un viaggio negli Stati Uniti dove conobbero il presidente Franklin Roosevelt e sua moglie Eleanor.

Quando la Germania invase la Norvegia, durante la Seconda Guerra Mondiale, la principessa fuggì con i suoi figli in Svezia, ma qui non furono ben accolti. Decise, quindi, di accettare l’invito del presidente Roosevelt rifugiandosi negli Stati Uniti e rimanendo separata per molto tempo da suo marito Olav.

Il principe si trovava, infatti, nel Regno Unito dove lavorava con il governo norvegese in esilio. Durante la sua permanenza a Washington, Marta lavorò per la Croce Rossa, continuando sempre a difendere la causa norvegese. Quando fece ritorno in Norvegia venne definita Madre della nazione, una vera e propria eroina. Dopo la fine della guerra la sua salute peggiorò e il 5 aprile 1954 Marta si spense a soli 53 anni, dopo una lunga lotta contro il cancro.