Maria Badalamenti, nata nel 1973, è figlia di Silvio e pronipote di Tano Badalamenti, esponente della criminalità organizzata. La donna è al centro del prossimo episodio del programma Cose Nostre. Lo speciale televisivo, condotto da Emilia Brandi, va in onda su Rai 1 lunedì 13 maggio alle 23:25. La vicenda approfondisce l’eredità di un cognome che ha segnato la storia della mafia siciliana.

Maria Badalamenti, figlia di Silvio

Silvio, il padre di Maria, è stato tragicamente ucciso a causa del suo cognome, simbolo di un passato mafioso che non ha mai abbracciato. Don Tano fu deposto dai Corleonesi. La situazione ha portato alla decimazione di famiglie storiche di Palermo. Nonostante la fuga di Don Tano, coloro che rimasero in Sicilia ebbero un destino già segnato. Da più di vent’anni, Maria si batte per ripristinare l’onore del padre, una vittima innocente delle faide mafiose.

Silvio Badalamenti è sempre stato critico nei confronti di Gaetano, nonostante i loro legami di parentela. Maria Badalamenti, la figlia di Silvio, racconta questa storia nel suo libro Sono nata Badalamenti, pubblicato da DM Edizioni.

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Attraverso una serie di ricordi, racconta la decisione consapevole del padre di mantenere le distanze da tutti i parenti coinvolti con Cosa Nostra. Questo racconto ci riporta agli anni precedenti all’omicidio dell’imprenditore e agli anni di dominio del clan su Cinisi.

Anche se c’è un legame di parentela, Maria Badalamenti non ha mai avuto un rapporto affettuoso con il boss Gaetano. Un episodio simbolico di questa distanza avvenne quando, da bambina, Maria rovesciò accidentalmente del caffè bollente su di lui in risposta per uno scherzo fatto a suo padre. Don Tano, a partire da quel momento, la soprannominò “a sirbaggia”, che significa selvaggia.

Questo aneddoto, simbolo della loro relazione turbolenta, è stato discusso in un’intervista al giornale La Repubblica, nella quale Maria afferma chiaramente che suo padre non era un mafioso. Questa convinzione ha guidato Silvio durante tutta la sua vita, spingendolo a perseguire l’obiettivo degli studi universitari e a costruire una famiglia lontano dagli affari della criminalità.

L’omicidio di Silvio Badalamenti

Silvio Badalamenti fu ucciso nel giugno del 1983. Anche la giustizia si interessò a lui, tanto che il giudice Giovanni Falcone ordinò un blitz sospettando che Silvio potesse essere affiliato alla mafia. Questo perché Silvio avrebbe guidato un’auto blindata per Don Tano da Palermo a Milano.

L’uomo, in seguito, fu invitato da Falcone a lasciare la Sicilia per garantire la sua sicurezza. Il legame tra Maria e suo padre rimane forte, perché sono stati uniti dal loro rifiuto della mafia, un grido di battaglia che persiste anche trent’anni dopo la morte di Silvio. Per quanto riguarda la vita privata di Maria Badalamenti, non si hanno molte informazioni su di lei. Non sappiamo, quindi, se è sposata e se ha dei figli.