Lucia Borsellino è la figlia dell’indimenticato Paolo Borsellino. La scomparsa del magistrato è stato per lei un dolore tremendo.

Chi è Lucia Borsellino

Lucia Borsellino, figlia del celebre magistrato Paolo Borsellino e Agnese Piraino Leto, nasce a Palermo il 26 settembre 1969, il che la rende oggi una donna di 53 anni. Ha un fratello, Manfredi Borsellino, che segue le orme del padre diventando commissario di Polizia, e una sorella, Fiammetta Borsellino, che intraprende una carriera come assistente sociale. Lucia è sposata con Fabio Trizzino e dalla loro unione nascono due figlie.

Formazione e carriera

Laureatasi in Farmacia, Lucia Borsellino intraprende un percorso professionale nel campo della sanità. Lavora presso l’assessorato regionale alla Sanità della Sicilia e, nel 2008, viene chiamata nell’ufficio di Gabinetto dell’allora assessore alla Sanità, Massimo Russo, un ex Pm che aveva collaborato con suo padre a Marsala. In quella veste, viene nominata dirigente generale dell’assessorato e si occupa dell’ufficio speciale per il piano di rientro. Nel 2012, dopo la vittoria alle elezioni del Governatore Rosario Crocetta, Lucia Borsellino viene nominata assessore regionale alla Sanità e riconfermata dal presidente in tutti e tre i governi che si sono succeduti. Lascia la giunta nel giugno del 2015.

La ricerca della verità sulla morte del padre

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Lucia Borsellino, insieme ai fratelli Manfredi e Fiammetta, non ha mai smesso di cercare la verità sulla tragica morte del padre, avvenuta nella strage di via D’Amelio. In varie occasioni, ha dichiarato di avere piena fiducia nell’attività della magistratura. Il fratello Manfredi racconta di come Lucia, nelle immediate ore successive all’attentato, abbia deciso di compiere gesti di forte impatto emotivo, volendo vedere ciò che era rimasto del padre e decidendo di vestirlo all’interno della camera mortuaria.

Il ricordo di Rita Atria

Nel corso di un’intervista rilasciata al TG1 nel giugno 2022, Lucia Borsellino parla del rapporto tra il padre e Rita Atria, la giovane testimone di giustizia che si suicidò dopo la morte del giudice. Lucia ricorda come la vicenda di Rita, che decise di collaborare con la giustizia raccontando tutto quello che sapeva sugli omicidi mafiosi del padre e del fratello, fosse un esempio di coraggio e di determinazione. All’epoca, Lucia aveva 22 anni e sua sorella Fiammetta 19.

Ricorda Rita come una ragazza piena di coraggio, e la sua storia ha avuto un impatto significativo su di lei: “Pensavo fosse un coraggio inarrivabile. Fu un esempio per la mia generazione“, conclude Lucia, sottolineando come la figura di Rita Atria rimanga un modello per tutte le generazioni.