Le farmacie fanno i conti con le difficoltà di approvvigionamento. Tra le cause, l’esplosione dei contagi da covid in Cina, con conseguente difficoltà di export da Pechino e il conflitto in Ucraina. In precedenza era stata la fase acuta della pandemia a porre i farmacisti in prima linea. Sfide che accelerano il cambiamento.

A discuterne sul nostro portale è Gaetano Ala, farmacista di Atrani e consigliere dell’Ordine della provincia di Salerno. Obiettivi e necessità comuni hanno spinto i professionisti, con gli anni, a fare rete e unirsi nella Rete Farmacie Costa d’Amalfi. La rappresentanza mira a competere con i massimi standard nel contesto odierno e offrire un servizio sempre migliore e all’avanguardia all’utenza.

In Italia continua a cambiare il modello di business delle farmacie tra lo sforzo per diventare presidi sanitari e la sfida di approvvigionamento di medicinali. Le farmacie italiane stanno subendo una piccola metamorfosi.

Le farmacie sono oggi un presidio sanitario territoriale. Nel periodo più acuto della pandemia è stata rivalutata la figura del farmacista. Le farmacie, infatti, hanno sopperito all’emergenza con tamponi e vaccinazioni. Oggi nelle farmacie è possibile ricevere servizi primari nell’ambito della diagnosi e degli screening. La Costiera Amalfitana, da questo punto di vista, è un’oasi felice, nonostante i numerosi disagi per quanto riguarda i servizi sanitari”.

Il farmacista diventa un ponte tra l’assistenza del territorio e i centri di refertazione?

“Esatto. Nei centri è possibile effettuare holter ed elettrocardiogrammi, servizi che sfruttano le connessioni e i nuovi device ospedalieri. Abbiamo sviluppato la telemedicina, pratica che, attraverso la tecnologia, conduce lo specialista al paziente. Parliamo di un vero e proprio polo di salute, con esami in totale sicurezza”.

Le farmacie stanno facendo i conti con le difficoltà di approvvigionamento.

Il tema si è acuito a causa dell’influenza. Non abbiamo vissuto questo virus nel biennio precedente perché eravamo protetti dalle mascherine. Quest’anno siamo stati esposti e il picco è stato raggiunto con cinque settimane di anticipo. Abbiamo dei mancanti cronici come l’ibuprofene ed il paracetamolo. Purtroppo la guerra in Ucraina ha imposto delle carenze di approvvigionamento per quanto riguarda l’imballaggio. Il Paese non rifornisce l’alluminio per filmare la copertura del blister per le capsule e la silice, componente essenziale per costituire i flaconi e le fiale. Infine, non abbiamo i contenitori a causa della carenza di carta“.

Quali sono i farmaci più difficili da reperire?

I farmaci in età pediatrica. Mancano sciroppi a base di ibuprofene, il Clenil, Plasil e gran parte degli antibiotici. Sulle tempistiche: si parla di mesi per poter ricevere qualcosa. Ci sono 3160 farmaci che mancano all’appello“.

Qual è il consiglio per l’utenza?

Cerchiamo di utilizzare il farmaco come un bene e non come un consumo. Per fortuna abbiamo 16mila farmacie e non c’è un’urgenza. Sopperiamo, al momento, con preparazioni galeniche ed equivalenti. Faccio un esempio con Zitromax: se non si trova prendete Azitromicina, dal medesimo principio attivo. Bisogna avere massima fiducia nel farmacista“.