Rinvenuta la carcassa di uno squalo capopiatto. La scoperta questa mattina presso l’arenile salernitano al confine con Vietri sul Mare. L’animale portato via con un mezzo cingolato da addetti del porto.

Stupore e un po’ di spavento tra i bagnanti. Alla Baia, area balneare al confine tra il capoluogo e la Città della Ceramica, è stata rinvenuta la carcassa di uno squalo capopiatto. La presenza dell’animale, della lunghezza di due metri, ha allarmato i presenti per la sagoma imponente.

Ma, nonostante l’eccezionalità dell’evento, non è comunque la prima volta che il re dei mari fa visita alle coste salernitane. Già nel 2016, nel vicino Cilento, precisamente a San Giovanni a Piro, dei pescatori – che avevano calato le reti per pescare merluzzi – sollevarono un esemplare di squalo capopiatto. Portato a terra, il pesce ha incuriosito i passanti nel porto di Scario.

La paura recondita verso questo tipo di pesce è di natura principalmente artificiale. La specie capopiatto, infatti, non attacca l’uomo. Diffusi in tutto il mondo e in particolare nel Mediterraneo, questi pesci sono resi famosi dalla cinematografia, che ha reso l’animale un vero e proprio oggetto di culto tra gli amanti del thriller.

A incidere sulla presenza di questo genere di creature a pochi chilometri dalle nostre coste, inoltre, è inevitabilmente il cambiamento climatico cui siamo protagonisti nel corrente tempo. Temperature record con punte di quaranta e più gradi che vanno a incidere inevitabilmente sull’ecosistema di questi giganteschi mammiferi.

Le acque oceaniche, che assorbono una grande percentuale di calore, accentuano la formazione di fenomeni atmosferici estremi. Tempeste, uragani e piogge, con un rischio crescente di gravi inondazioni. L’acqua riscaldata dell’oceano si espande e divora le vaste calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartico, che collettivamente stanno perdendo circa un trilione di tonnellate di ghiaccio all’anno, con entrambi questi processi che alimentano l’innalzamento del livello del mare.