Sono 11 mila le aziende a rischio chiusura a causa del caro energia. Ad dichiararlo è lo studio effettuato dall’Osservatorio di Confesercenti Campania.

Sono circa 40mila i lavoratori a rischio disoccupazione a causa del caro di energia. Lo studio di Confesercenti prevede infatti, a corredo delle stime di Confesercenti Nazionale, una maxi-bolletta di 11 miliardi di euro per le piccole e medie imprese di turismo e terziario italiane, costrette ad attutire l’impatto degli aumenti di energia e gas. Si tratta di un aumento previsto di circa 8 miliardi in più rispetto ai 12 mesi precedenti.

Una notizia ed una stima insostenibile che potrebbe mettere a rischio 90mila attività in Italia. In Campania, in particolar modo, l’allarme è rosso come sottolinea il presidente di Confesercenti Campania (e vicepresidente nazionale con delega al Mezzogiorno) Vincenzo Schiavo.

Il presidente, ha infatti dichiarato: “La situazione è molto complicata: secondo la stima del nostro Osservatorio, tenendo conto anche dei nuovi rincari del costo dell’energia e del gas attesi purtroppo per ottobre, le attività nella nostra regione a rischio chiusura, entro dicembre, sono ben 11.300. Tremila ristoranti sui 16mila in totale presenti in Campania rischiano di dover chiudere i battenti, lo stesso dicasi per 6000 bar (sui 30mila esistenti) che potrebbero non riuscire a far fronte a tali spese”.

In virtù di questa drammatica situazione il vicepresidente nazionale Schiavo ha poi ulteriormente aggiunto: “I settori della ristorazione e della ricettività alberghiera sono i più colpiti dal caro bollette. I ristoranti e gli hotel a Napoli e in Campania che raccolgono utili non sono molti. Solo le attività che stanno facendo il pienone  possono infatti permettersi di pagare sino a 10mila euro di energia elettrica a fronte dei 2000 euro in media che pagavano prima”.

Il presidente ha poi richiesto l’aiuto dello Stato: “Noi di Confesercenti chiediamo con forza che l’attuale Governo compia un’azione immediata, sospendendo o tagliando tali costi, con sostegni e altri interventi”.