Il Duomo di Amalfi con la sua piazza è stato, da sempre, il cuore pulsante della Divina. L’estetica del sacro sito ha subito, nel tempo, numerosi cambiamenti. In particolare nell’ultimo trentennio dell’800, quando, a seguito di un crollo del frontale, avvenuto agli inizi degli anni sessanta del predetto secolo, furono avviati importanti lavori, durati fino al 1895.
La pagina Facebook Cava Storie, nell’ambito dei suoi consueti appuntamenti che ripercorrono la storia iconografica degli angoli più belli della Divina, riprende i mille volti del vecchio Duomo attraverso i disegni ottocenteschi. Il primo dipinto, firmato nel 1840 dal danese Martinus Rørbye (1803–1848), è conservato allo Statens Museum for Kunst di Copenhagen.
Degno di considerazione risulta anche il similare realizzato il seguente anno: pressochè identico al precedente, eccezion fatta per il primo piano, arricchito da un grazioso mercatino.
Nel 1845, Giacinto Gigante (1806–1876) “immortalò” il mercato antistante la chiesa, mediante la tecnica guazzo su cartone (attualmente è parte di una collezione privata) e nel ’46, Achille Vianelli – artista nato nel 1803 e morto nel 1894 – disegnò l’insieme, includendo anche una processione. Anche il “lavaggio seppia” su carta venne pubblicato in un altro sito specializzato nella vendita di oggetti d’arte, come il successivo firmato dal pittore napoletano Giovanni Giordano Lanza (1827–1890).
Tra i vari artisti nazionali ad immortalare il celebre scorcio amalfitano, non poteva mancare Consalvo Carelli: nato nel 1818 e morto nel primo anno del Novecento: il suo acquerello è conservato al Palazzo Pistilli di Campobasso, Collezione Michele Praitano.
Interessante, invece, è come l’architetto, pittore e scrittore tedesco, Leo von Klenze (1784–1864), prospettò la facciata includendo alcune barche e delle personalità al centro, probabilmente intente a discutere della futura facciata. Una sorta di falso storico che ritrae l’ampio dibattito sul futuroprospetto della facciata prima del suo rifacimento da parte di Enrico Alvino. Terminata nel 1859, l’opera attualmente è collocata presso il Niedersächsisches Landesmuseum di Hannover.
Per finire, l’opera del connazionale di Klenze, Oswald Achenbach (1827–1905), ci consente di osservare alcuni mutamenti del complesso ecclesiastico e qualche particolarità, tipo la statua di S. Andrea Apostolo disposta a destra della scalinata e non più a sinistra come si nota nelle altre opere indicate precedentemente. L’olio su tela, datata 1876 e di proprietà del Museum Alte Nationalgalerie di Berlino, ha un similare che venne dipinto dal pittore berlinese Max Horte (1865–1924) intorno al ‘900; seguitamente messo in vendita tramite una casa d’aste attiva in Germania.
Fonte Foto: Cava Storie