Giuseppe Antoci è un politico che ha avuto il coraggio di denunciare gli interessi dei clan mafiosi sui fondi europei. Il suo contributo contro la mafia rurale ha smantellato una grande truffa ai danni dell’Unione Europea da parte delle cosche mafiose.
Queste ricevevano milioni di euro attraverso semplici autocertificazioni sottraendo i terreni all‘economia territoriale. Scopriamo ora qualche dettaglio in più sulla vita e sull’operato di Giuseppe Antoci.
Giuseppe Antoci è nato l’11 gennaio 1968 a Santo Stefano di Camastra, un piccolo comune in provincia di Messina noto per le ceramiche. Dopo aver conseguito la laurea in Economia e la specializzazione in attività bancaria e finanziaria è diventato un bancario.
Per quanto riguarda la sua vita privata sappiamo che Antoci è sposato con Teresa e che dal loro matrimonio sono nate tre figlie. Per il resto vige, com’è comprensibile, la più stretta riservatezza. Durante le politiche del 2013 si è candidato al Senato ed è stato Presidente del Parco dei Nebrodi per diversi anni.
L’uomo ha introdotto nel parco un protocollo di legalità relativo all’assegnazione degli affitti dei terreni. Tale protocollo richiede la presentazione del certificato antimafia anche per quelli che valgono meno di 150.000 euro. Il protocollo Antoci è stato sottoscritto da tutti i Prefetti della Sicilia ed esteso a tutta l’isola e applicato in tutta Italia.
In seguito Giuseppe Antoci ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti entrando nel mirino della mafia e ricevendo diverse intimidazioni. Il 18 maggio 2016 è stato vittima di un agguato mafioso uscendone indenne grazie all’auto blindata e all’intervento degli agenti della scorta.
Grazie al suo protocollo, Antoci ha permesso il blocco degli affari della mafia rurale detta anche dei Pascoli. L’Intervento di Giuseppe Antoci ha permesso quindi di smantellare un sistema che permetteva ai boss di affittare molti ettari di terreno nel parco dei Nebrodi.
In parole povere gli imprenditori di mafia dichiaravano di essere possessori di terreno in affitto per incassare i fondi europei destinati al pascolo e al seminativo In questo modo cosche mafiose ottenevano i contributi dell’Unione Europea attraverso regolari bonifici
bancari, guadagnando somme ingenti.
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Nessuno prima di Antoci aveva mai denunciato questa cosa, pertanto il politico divenne un simbolo per la lotta alla mafia. Le indagini hanno portato all’arresto di 94 persone e al sequestro di 151 ditte agricole. Si tratta di uno dei più importanti processi sulle truffe agricole all’Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura, e alla UE.
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Il maxiprocesso Nebrodi ha comportato condanne per circa sei secoli di carcere e il sequestro di beni. Dopo la lettura della sentenza, Giuseppe Antoci ha voluto
esprimere il suo commento dichiarando che i fondi europei andavano alle persone oneste e non ai capi mafia. L’ex Presidente del Parco dei Nebrodi ha aggiunto che la lotta alla mafia non si fa solo con la repressione, ma va affrontata ogni giorno.
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