Oggi ricorre il World Pizza Day: la data non è scelta a caso, nella ricorrenza di Sant’Antonio Abate, patrono dei fornai e dei pizzaioli.
La patria della pizza per eccellenza in Costa d’Amalfi è senza dubbio Tramonti.
Quella prodotta nel piccolo borgo dei Monti Lattari, infatti, è una pizza che, come ben noto, si caratterizza per alcune peculiarità importanti che la distinguono rispetto alla più nota “sorella” partenopea. Il tutto a cominciare dal meraviglioso contesto in cui nasce e si sviluppa.
Tramonti non è, infatti, soltanto nota per la trasformazione del latte, ma anche per essere stata una terra di pizzaioli, di emigrazione: celebre per essere stata la culla di quegli artigiani che per primi esportarono la tradizione campana della pizza nel Nord Italia e nel mondo.
Leggendaria in merito la figura di Luigi Giordano, giovane emigrato che nel 1947 aprì prima un caseificio e poi una pizzeria – chiamata A’ Marechiaro, esiste tutt’ora – a Novara. Da qui fu un crescendo: centinaia i tramontani che lasciarono la propria terra dal Dopoguerra in poi, diffondendo la cultura della pizza nel settentrione della Penisola.
Come ricordato anche dal Gambero Rosso in un recente articolo di approfondimento che ha ne ha divulgato la storia, oggi sono circa tremila le insegne, in Italia, che si riconoscono nell’eredità di Tramonti. Per cosa si distingue la tradizione tramontana da quella napoletana? Se storicamente l’impasto che si faceva nel paesino amalfitano era composto da farina integrale di più cereali – e aveva un rito tutto suo nel giorno della cotta del pane – è sicuramente la cottura, oggi, che distingue le due tipologie di pizza.
La “tonda” di Tramonti si contraddistingue per una cottura a temperature più basse: resta più a lungo in forno e, di conseguenza, diventa più croccante all’esterno rispetto alla classica pizza napoletana.
Dal 2010 il comune di Tramonti ha ottenuto la De.Co., la denominazione comunale, a tutela della sua pizza, e oggi nel borgo sono numerose le iniziative volte a valorizzare le ricchezze territoriali e una tradizione pizzaiola ancora poco conosciuta, anche attraverso l’operato dell’Associazione Pizza Tramonti, presieduta da Vincenzo Savino, che ha preso vita dalla storica Corporazione dei Pizzaioli. Una realtà, quest’ultima, che conta circa 90 membri in 15 paesi del mondo.
Dell’Associazione risultano componenti molti nomi noti del panorama nazionale della pizza, selezionati e premiati nella guida Pizzerie d’Italia del Gambero Rosso: da Giuseppe Giordano, inventore del Pizz’ino al Piedigrotta 2 Express di Alessandria, a Giovanni Mandara, Tre Spicchi con la sua Piccola Piedigrotta di Reggio Emilia, così come Bruno De Rosa, maestro del Montegrigna di Legnano.
Nonostante operino in aree geografiche decisamente differenti resta particolarmente forte il loro legame con il piccolo comune del salernitano anche nel caso dei pizzaioli più giovani: fiero delle sue origini il vincitore del premio Pizzaiolo Emergente nella guida Pizzerie d’Italia 2024, Vincenzo Nese, lanciato in un forte progetto imprenditoriale con le pizzerie Vàsame di Viareggio e Sorrento.
Ma come dimenticare un’altra punta di diamante del team, Paolo Moccia, vincitore del Campionato Mondiale della Pizza 2022, che ha portato la tradizione della città dei Lattari a distinguersi in un’importante competizione globale. I dettagli.
Un altro importante membro dell’Associazione Pizza Tramonti, è Fortunato Amatruda, patron di Anima Romita di Crema, seconda generazione di una famiglia di pizzaioli tramontani, novità di quest’anno tra i Tre Spicchi nella nostra guida. Nel menu presentato poche settimane fa nella sua pizzeria, oltre alla pizza tradizionale, con farro e finocchietto selvatico (ingrediente storico con cui a Tramonti si stendeva la pizza fatta durante la cottura del pane), Amatruda ha lanciato una nuova sezione che trae ispirazione dalle sue radici, traghettandole però nella contemporaneità dello stile a degustazione, anello di congiunzione con il mondo pizza del Nord Italia.
La base della pizza tramontana contemporanea è espressa da un impasto integrale arricchito con mais e finocchietto servita al tavolo in spicchi per una degustazione condivisa.
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