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Mario Moretti era un membro delle Brigate Rosse che prese parte al sequestro del compianto Aldo Moro. Cosa sappiamo di lui? Conosciamolo meglio.
Mario Moretti nasce nel 1946, più precisamente il 16 gennaio a Porto San Giorgio, città in cui ha trascorso tutta la sua giovinezza. La sua famiglia di origine era molto povera, ma vi erano dei grandi sentimenti antifascisti.
Moretti frequenta le scuole elementari nel suo paese trasferendosi per le medie a Macerata. Dopo la morte del padre, la madre si impegnò a lavorare affinché Mario potesse studiare dove si diplomò in un Istituto Tecnico.
Dopo il diploma si trasferisce a Milano in cerca di lavoro e grazie ad una raccomandazione inizia a lavorare nella Sit Siemens. Fu nel 1971 che si avvicinò alle Brigate Rosse che avevano come obiettivo l’organizzazione per inserire i militanti all’interno delle fabbriche. Lo scopo era quello di sostenere la lotta operaia.
Dopo soli pochi incontri entra a tutti gli effetti nell’organizzazione delle BR. Nel giro di poco tempo ne diviene l’anima soprattutto per la sua capacità teorica. Oltre a ciò, fu lui ad essere una delle prime menti per i primi sequestri di persona.
Come abbiamo appena detto, Mario Moretti fu una delle menti pensanti per il rapimento di molte persone, tra cui quello di Aldo Moro. Grazie alle sue capacità insieme a Adriana Faranda, Valerio Morucci, Barbara Balzerani e Bruno Seghetti organizzarano l’agguato di Via Fani, colpendo Aldo Moro.
L’unico motivo del gesto era quello di impedire che ci fosse un accordo tra Partito Comunista italiano e Democrazia Cristiana, di cui era esponente Moro. Era il 16 marzo del 1978 quando Mario, a bordo della sua Fiat 128, bloccò il convoglio delle macchine di Aldo Moro consentendo ai brigatisti di annientare gli uomini del politico.
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Terminato lo scontro a fuoco, Moretti trasferì Aldo in un furgoncino che guidò personalmente in un luogo sconosciuto. Era l’appartamento sito in Via Montalcini, 8 dove rimase rinchiuso per 55 lunghi giorni.
Ogni giorno Mario si recava da Moro per ottenere delle informazioni, che però non arrivarono mai. A quel punto decise che l’unica soluzione era quella di eliminare l’ostaggio. Dopo averlo portato nel garage sotto la palazzina lo rinchiuse nel bagagliaio della macchina e lo uccise con 9 colpi di arma da fuoco.
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Insieme ad un altro esponente del gruppo lasciò il cadavere in strada e incaricò Valerio Morucci di fare una telefonata anonima ad un amico di famiglia in cui gli indicava il luogo dove ritrovare il corpo di Aldo Moro.
Nel 1981 dopo una lunga latitanza, Mario Moretti venne arrestato a Milano e durante la detenzione non collaborò mai con le forze dell’ordine.
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