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La vera storia che ha ispirato Tutto per mio figlio

Questa sera andrà in onda su Rai Uno un film molto interessante e sicuramente estremamente commovente. Parliamo della pellicola Tutto per mio figlio, che vede come protagonisti principali Giuseppe Zeno, Antonia Truppo e Tosca D’Aquino.

Cerchiamo dunque di scoprire qualche elemento in più sulla trama del film, esaminando tutti quegli elementi che ci permetteranno di capire se si tratta di una storia realmente accaduta o semplicemente inventata.

Tutto per mio figlio: la trama

Le vicende del film ruotano attorno alla figura di Raffaele Acampora, un uomo che nella vita ha dei sani valori che non è disposto a mettere in secondo piano per nessuno. Parliamo del classico padre di famiglia che darebbe la vita per il bene della moglie e dei figli.

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Raffaele è infatti sposato con Anna, dalla quale ha avuto ben quattro figli. Il più grande di questi, Peppino, si sta affacciando all’età adulta anche se lo scenario di vita non è dei più semplici in quanto la famiglia vive in una città dove abbondano mafia e associazioni criminali.

Il padre di famiglia lavora spesso al mercato e fatica con le difficoltà che solo chi fa questo mestiere può capire. Come se tutto questo non bastasse, lui come tanti altri devono pagare il pizzo al boss locale, ma un giorno Raffaele, stufo della situazione, decide di reagire.

Crea quindi un’associazione sindacale con molte altre persone e arriva a collaborare con le forze dell’ordine per cercare di estirpare questa piaga sociale nonostante si tratti di una mossa a dir poco azzardata. La Camorra prenderà di punta l’uomo, cercando in ogni modo di colpirlo per farlo desistere, ma Raffaele combatterà con tutte le sue forze.

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La storia vera che si nasconde dietro al film

Tutto per mio figlio è ispirato ad una storia vera, la stessa per la quale ogni padre farebbe di tutto per assicurare il migliore dei destini ai figli. Le vicende si ispirano infatti ad un vecchio e triste evento di cronaca che si è verificato nel passato, più precisamente nel 1996.

All’epoca un uomo si era ribellato alle comunità locali stanco di dover dividere i suoi guadagni con dei prepotenti che non facevano altro che intimorire tutti chiedendo il pizzo ogni qualvolta ne avessero l’occasione.

L’uomo si è quindi impegnato per trovare una soluzione che, in qualche modo, potesse ribaltare la situazione e porre fine ad un sopruso che da anni si riversava sui comuni circostanti. Purtroppo però la Camorra ha avuto la parola finale, non solo scagliandosi contro i cittadini e le forze dell’ordine.

Dopo vari avvisi ed interventi, la mafia ha deciso di far pagare a Raffaele il prezzo di questa sua iniziativa, uccidendolo senza alcuna premura e mettendo così fine ad un progetto di nobile iniziativa. L’intento dell’uomo era quello di rendere libera la sua comunità dal duro prezzo della mafia e, al tempo stesso, far sì che i suoi figli potessero crescere in un mondo migliore.

Fonte YouTube: Ud News

Alice Oliva

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Alice Oliva

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