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Come è nato l’universo? Tutti conosciamo, per rispondere a questa domanda, la famosa teoria del Big Bang. È una teoria piuttosto risaputa, anche se da un po’ di tempo cominciano ad arrivare nuove reinterpretazioni.
È il caso ad esempio di ciò che hanno scoperto gli studiosi dell’osservatorio astronomico del Vaticano. Infatti questi esperti sono riusciti a fornire una spiegazione precisa di come abbia agito la gravità nei primi istanti in cui si è formato l’universo che ci circonda.
Si pensa che quando si è formato l’universo, quest’ultimo abbia avuto la possibilità di espandersi in maniera esponenziale, grazie alla presenza di uno stato a densità molto elevata, che si chiama inflazione cosmica.
Le ricerche degli astronomi del Papa si sono concentrate proprio su questa formazione iniziale e sono arrivate a delle conclusioni sorprendenti. Infatti hanno potuto presupporre che le leggi fisiche che vigevano al momento della formazione dell’universo potessero essere molto più complesse rispetto a quanto ha affermato anche Einstein.
Nel corso del tempo a questo proposito si sono fatte varie affermazioni, come per esempio quella che si basa sulla gravità quantistica, anche se si tratta di una teoria complessa, che va spiegata sulla base di modelli matematici di difficile interpretazione.
I ricercatori dell’osservatorio astronomico del Vaticano invece sono riusciti a dimostrare che il riferimento ad Einstein non deve essere sempre preso come punto di riferimento.
Nel dettaglio hanno spiegato qual è il limite in cui la forza di gravità va all’infinito, mentre la velocità della luce potrebbe avvicinarsi a zero.
Gli scienziati che sono stati gli artefici di questa nuova teoria ritengono che tutto ciò ci dia una comprensione maggiormente profonda per ciò che riguarda la formazione dell’universo, soprattutto dandoci nuove chiavi per interpretare la fase di espansione.
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Gli scienziati che si sono cimentati nello studio di questa particolare formazione ritengono che già precedentemente c’erano state delle ipotesi che andavano in questo senso e che sarebbero state confermate anche da alcune osservazioni.
La questione principale risiederebbe soprattutto nel mettere in discussione i principi ormai diffusi che si sono affermati. Si aprono nuove prospettive, che ci fanno comprendere come siano possibili delle nuove interpretazioni per spiegare gli stati primordiali del nostro universo.
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D’altronde i progressi tecnologici e scientifici sono tali da permetterci di rivolgerci anche alla considerazione di altre teorie, che possono spiegare ulteriori aspetti relativi all’universo che ancora non sono noti a tutti gli effetti.
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