Sandrone è uno dei protagonisti di Crazy for Football – Matti per il calcio. E’ un componente della nazionale che vince il mondiale.
Una storia emozionante e molto toccante di ragazzi che hanno voglia di riscattarsi, di dimostrare di poter raggiungere traguardi importanti.
Anche Sandrone, così come tutti i protagonisti del film, è ispirato a una persona realmente esistita.
Andiamo quindi a scoprire chi è nella realtà il personaggio di Crazy for Football – Matti per il calcio.
Crazy for Football – Matti per il calcio: trama
Saverio è uno psichiatra fuori dagli schemi. Ai TSO, ai lunghi ricoveri e alle cure esclusivamente farmacologiche preferisce lo sport di squadra. Organizza, così, il primo mondiale di calcio a cinque per pazienti affetti da disturbi psichiatrici, nonostante gli siano stati negati i finanziamenti da De Metris, che dirige il reparto.
Al fianco di Saverio ci saranno la sua assistente Paola e l’appassionato allenatore Zaccardi. Nel giro di pochi giorni viene formata la squadra: ragazzi e adulti con disturbi di personalità, depressione, ansia e attacchi di panico.
Il desiderio di giocare in Nazionale li aiuterà ad uscire dalla gabbia della malattia per correre verso un sogno nuovo.
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Crazy for Football – Matti per il calcio: chi è nella realtà Sandrone?
Ad Alessandro, per tutti Sandrone, il calcio non piaceva neppure tanto da bambino, quando preferiva giocare a nascondino, a ruba bandiera, a campana. Un’infanzia spensierata, in quegli anni Settanta, dove si sentivano gli effetti del boom economico.
Sandrone entra in polizia per cambiare il mondo. E invece capita che quel mondo cambi lui. Vede tanta violenza, la violenza dell’autorità. Si sente dentro un ingranaggio. Sente che se arresta qualcuno e lo manda in carcere poi lo rende un criminale definitivamente.
Cominciano ad arrivare i primi segnali di un certo disagio. Sandrone è dispettoso al lavoro, con i colleghi, pur essendo sempre molto ligio al dovere. Tende a isolarsi sempre di più, a voler rimanere con se stesso. Comincia a sentire delle voci, voci che venivano dal cervello e dallo stomaco. Man mano le voci diventano migliaia, e la confusione diventa insostenibile. È il 1988, e Sandrone ha bisogno del suo primo ricovero.
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La nuova vita, in compagnia degli psicofarmaci, continua a scorrere. Sandrone trova il suo equilibrio.
Sandrone non smette mai di giocare. Oggi ha cinquant’anni e non vuole rallentare né fermarsi. Lo sport fa bene al corpo e alla mente
