Marzia Capezzuti era una giovane ragazza di 29 anni segregata e uccisa come nemmeno fosse un animale. Pensava di trasferirsi insieme al fidanzato per cominciare una vita assieme, ma si è trovata di fronte alla morte. Ecco chi era e cosa è successo.
Marzia Capezzuti aveva 29 anni è morta in quella casa che sperava diventasse il suo nido d’amore con il fidanzato. Muore da sola ed è stata segregata, vessata, circuita e torturata fino a quando il suo cuore ha smesso di battere. Oltre a questo è stata marchiata a fuoco come un animale e la cosa più raccapricciante è che le persone che le hanno fatto questo erano le stesse che dicevano di volerle bene.
In realtà, l’hanno sempre considerata come un “salvadanaio mensile”. L’hanno uccisa e hanno occultato il cadavere probabilmente sciolto nell’acido o dato ai maiali come pasto quotidiano. La ragazza era affetta da un ritardo mentale, in forma lieve, e nel 2017 si era trasferita insieme al suo fidanzato Alessandro Vecchiano in una casa a Faiano. Pensava che fosse l’inizio di una favola, ma si è ritrovata in un vortice di orrore.
Dopo la sua morte sono stati ritenuti responsabili tre membri della famiglia del suo ex compagno. Parliamo di Damiano Noschese, Maria Barbara Vecchiano e il figlio di 15 anni della coppia. Le accuse che pendono sulle loro teste sono molto gravi. Si parla infatti di maltrattamenti, tortura, sequestro di persona e omicidio.
Le indagini hanno dimostrato che a capo di questi atroci gesti ci fosse stata la sorella di Alessandro, Barbara. La ragazza è stata seviziata, picchiata e offesa, ma cosa ben più grave è stato il fatto di essere annullata dalla sua dignità e personalità. Oltre a ciò, Barbara l’aveva privata di ogni forma di contatto esterno. Le aveva persino sequestrato il telefono cellulare.
Persino suo figlio quindicenne è stato indagato e deve rispondere delle accuse presso il tribunale dei minorenni. Durante le indagini, la donna ha dimostrato di essere manipolatrice e perverso ed è stata lei ad essere a capo di tutto questo. La povera Marzia era sempre ricoperta da lividi ed è stata torturata fino alla morte.
Stando a quanto è emerso pare che la Vecchiano le avrebbe fatto ingoiare persino una sigaretta accesa provocandolo non solo molto dolore, ma anche danni alla sua sua salute.
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