Tra i condannati per l’omicidio della giovane Desirée Piovanelli c’è anche Giovanni Erra. È passato molto tempo da questa tragica vicenda, infatti tutto è avvenuto nel mese di settembre del 2002. La 15enne Desirée è stata attirata con una scusa all’interno di una cascina a Leno, una località che si trova in provincia di Brescia.
Sarebbe stato un vicino di casa di Desirée, anche lui 15enne, a convincerla ad andare nella cascina. L’intenzione del ragazzo era quella della violenza e dell’uccisione, un piano che avrebbe progettato insieme ad altri due giovani e ad un adulto. Quest’ultimo è Giovanni Erra, che era anche lui un vicino di casa della ragazza. Erra è stato condannato a 30 anni di carcere e l’uomo si è sempre dichiarato innocente.
Chi è Giovanni Erra
Giovanni Erra sarebbe stato l’unico adulto implicato nell’omicidio di Desirée Piovanelli. All’epoca dei fatti aveva 36 anni e conosceva benissimo Desi. Infatti, Desirée aveva fatto anche da babysitter al figlio di Erra e conosceva anche la moglie Carla. C’erano però molti fatti misteriosi che ruotavano intorno alla vita di Giovanni Erra.
Infatti, aveva attraversato un periodo di tossicodipendenza e poi aveva cercato di diventare spacciatore. Ma questa situazione lo aveva portato ad accumulare debiti per 30 milioni di lire con i fornitori delle sostanze. Tutto questo rischiava di metterlo in una posizione di pericolo.
Giovanni Erra desiderava più di qualunque altra cosa Desirée e la ragazzina non sapeva che avrebbe progettato di violentarla e ucciderla insieme ai ragazzini. Quando Nicola Bertocchi attirò Desirée nella cascina con la scusa di farle vedere tre gattini, all’interno di quel luogo trovò proprio Erra.
La ragazza sarebbe stata immobilizzata e poi sarebbe stata spinta per le scale fino alla prima stanza a destra, dove l’attendeva proprio Erra, gettandola sul pavimento sporco. Il piano era quello di violentarla a turno, per ultimo Erra, per poi ucciderla a coltellate. Tuttavia le cose non andarono nel modo in cui erano previste, perché Desirée cominciò a gridare e Nicola, in preda alla rabbia, cominciò a colpirla.
La difesa di Giovanni Erra
I fatti avvennero in un casolare di Leno, in provincia di Brescia. Giovanni Erra, che fu condannato a 30 anni di carcere, si è affidato alla difesa, che ha fornito una versione dei fatti differente rispetto alla ricostruzione.
I difensori di Giovanni Erra avrebbero portato come prova uno scontrino che fornisce l’orario dell’acquisto dell’arma del delitto, circa un’ora prima. Tutto questo potrebbe escludere il coinvolgimento di Erra nella fase dell’omicidio. Secondo l’avvocato della difesa, Giovanni Erra si trovava non sulla scena del delitto, ma in quel momento era a casa.