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Chi è Bruno Seghetti rapitore di Aldo Moro: età, storia vera e cosa fa oggi

Aldo Moro, politico italiano

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Bruno Seghetti è stato il rapitore di Aldo Moro. Si tratta di un ex brigatista italiano, nato a Roma il 13 aprile del 1950. Si sa, così almeno riferiscono le indagini che sono state fatte al tempo, che ha avuto un ruolo di rilievo nell’agguato di Aldo Moro in via Fani, con il quale si mise in atto il rapimento.

Seghetti è stato a capo dell’organizzazione terroristica romana e napoletana dal 1977 al 1980. Cerchiamo di capirne di più sulla sua biografia.

Chi è Bruno Seghetti

Bruno Seghetti era originario del quartiere popolare di Centocelle. Fin dal primo periodo del ’68 partecipò alle lotte di quartiere promosse dai movimenti di estrema sinistra. Fu allontanato dal Partito Comunista Italiano locale a causa del suo estremismo e si avvicinò al Movimento del potere operaio, partecipando a diverse lotte e diventando di questo movimento a Roma uno dei militanti più attivi.

Anche durante il periodo di leva, che svolse a Bassano del Grappa nel 1971, Seghetti si mostrò un soggetto indisciplinato. Dopo lo scioglimento di potere operaio, nel 1963, nel frattempo Seghetti aveva interrotto la scuola e collaborava con la bottega di orafo di uno dei tre suoi fratelli.

Insieme ad altri militanti di estrema sinistra costituì il CO.CO.CE, il comitato comunista di Centocelle, che sviluppava ideologicamente l’ipotesi della lotta armata a Roma.

Ebbe molti scontri con le forze dell’ordine per la sua partecipazione a diversi tipi di lotta. Le sue conoscenze all’interno dei movimenti di estrema sinistra lo portarono a reclutare dei nuovi componenti.

Nel frattempo interruppe i contatti con la famiglia e rimase in contatto con alcuni ambienti giovanili che facevano parte dell’estremismo rivoluzionario, specialmente a livello universitario.

Il sequestro di Aldo Moro

Bruno Seghetti svolse un ruolo importante nell’organizzazione del sequestro Moro, nell’ambito di quella che è stata definita operazione Fritz. Sarebbe stato alla guida il 16 marzo del 1978 della Fiat 131, sulla quale il presidente della Democrazia Cristiana sarebbe stato caricato dopo l’agguato di via Fani.

Nel 1979 Seghetti entrò a far parte del comitato esecutivo delle Brigate Rosse, l’organo direttivo dell’organizzazione. Ad un certo punto della sua vita è stato anche arrestato, ma nonostante il carcere continuò a mostrare adesione alle Brigate Rosse.

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È stato coinvolto in numerosi processi degli anni ’80 contro le Brigate Rosse e si è mostrato in aula con un atteggiamento molto polemico nei confronti delle istituzioni. È stato condannato a numerosi ergastoli. Il 23 ottobre del 1988 Seghetti ha ammesso il fallimento della lotta armata e ha riconosciuto la sconfitta delle Brigate Rosse.

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Nel 1995 è stato ammesso al lavoro esterno e ha ottenuto la semilibertà nel 1999, lavorando nella cooperativa dal nome 32 dicembre, che è impegnata in corsi di formazione nell’ambito informatico. Il regime di semilibertà gli è stato revocato nell’ottobre del 2001.

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