Il nome di Alberto Stasi è legato a uno dei casi di cronaca più noti in Italia, il delitto di Garlasco, in cui perse la vita la 26enne Chiara Poggi il 13 agosto 2007. Dopo un lungo iter giudiziario, Stasi è stato condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni di reclusione. Ma cosa fa oggi e qual è la sua vita dopo la sentenza?
Il delitto di Garlasco e l’arresto di Alberto Stasi
Chiara Poggi fu trovata priva di vita nella villetta di famiglia a Garlasco, in provincia di Pavia. Colpita con un oggetto contundente, il suo corpo giaceva in una pozza di sangue sulle scale che conducevano alla cantina. Fu Alberto Stasi, fidanzato della vittima, a trovare il cadavere e a lanciare l’allarme. «Serve un’ambulanza. Credo che abbiano ucciso una persona. Forse è viva… non ne sono sicuro», disse nella chiamata al 118.
Le indagini si concentrarono subito su Stasi. Il suo comportamento, giudicato freddo e distaccato, e alcune contraddizioni nei suoi racconti portarono al suo arresto il 24 settembre 2007. Fu rilasciato quattro giorni dopo per insufficienza di prove, ma da quel momento rimase l’unico imputato.
Il processo e la condanna definitiva
Il caso ha visto ben cinque gradi di giudizio, tra assoluzioni e condanne. In primo e secondo grado, Alberto Stasi fu assolto per insufficienza di prove. Tuttavia, nel 2013, la Corte di Cassazione annullò le assoluzioni e dispose un nuovo processo. Nel 2014, Stasi fu condannato a 16 anni di reclusione dalla Corte d’Appello di Milano, sentenza confermata dalla Cassazione nel 2015.
Le nuove perizie sul DNA e gli esami condotti durante il processo di appello bis furono determinanti. Per l’accusa, Stasi avrebbe ripulito accuratamente abiti e scarpe dopo il delitto, elemento che la difesa contestò con forza. Alberto Stasi ha sempre proclamato la sua innocenza: «La mia coscienza è leggera. Chi dice che ho ucciso Chiara non sa di che parla».
La vita in carcere e il lavoro esterno
Oggi Alberto Stasi sta scontando la pena nel carcere di Bollate, in provincia di Milano. Dal 2022, però, è ammesso al lavoro esterno come contabile grazie ai programmi di riabilitazione per detenuti con buona condotta. Ogni giorno, lascia il carcere per svolgere la sua attività lavorativa, tornando alla struttura penitenziaria la sera.