Territorio

Atrani, restyling del verde pubblico: oltre 300 piantine nel segno della sostenibilità

Oltre 300 piante distribuite in tutto il borgo. È il bilancio del lavoro fatto dall’amministrazione per il restyling del verde pubblico. Molteplici varietà di piante grasse, che vanno a completare l’estetica dei vasi e delle fioriere d’autore. Le dichiarazioni dell’Amministrazione De Rosa Laderchi.

Un progetto che ridisegna il verde pubblico della città di Atrani. È il progetto del giardino botanico itinerante nel borgo più piccolo d’Italia, avviato dall’Amministrazione De Rosa Laderchi in un connubio tra identità marinata e green.

Oltre 300 le piantine già seminate in un tripudio di forme, portamento e colori che si mescolano in maniera insolita all’atmosfera marinara del borgo. Nasce da questo potente sodalizio il giardino botanico itinerante che si potrà ammirare d’ora in poi ad Atrani.

Un’idea innovativa di verde pubblico con cui l’Amministrazione comunale vuole rendere ancora più suggestivi i percorsi antichi e ricchi di storia del borgo più piccolo d’Italia. Le molteplici varietà di piante grasse andranno a completare l’estetica dei vasi e delle fioriere d’autore e accompagneranno visitatori e residenti lungo le strade principali e negli slarghi in un percorso emozionale tra arte, natura e storia unico in tutta la Costiera Amalfitana.

La scelta di utilizzare piante grasse e non altre ornamentali è dettata innanzitutto da ragioni di sostenibilità ambientale: sono specie a bassa esigenza idrica, che ci portano a ridurre al minimo gli sprechi dell’oro blu. Necessitano inoltre di una manutenzione meno impegnativa, il che rende più semplice ed economica la loro gestione“, spiega Carmela Riccio, la delegata al Verde Pubblico grazie alla quale è stato possibile realizzare il progetto.

Nei prossimi mesi saranno impiantate altre specie, coinvolgendo nel progetto ulteriori scorci del paese e contribuendo così alla riqualificazione anche di angoli meno noti del borgo. “Siamo convinti che il fascino fuori dall’ordinario della scelta fatta possa funzionare anche come stimolo al rispetto di questo patrimonio naturale”, chiosa Riccio.

Matteo Maiorano

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