Da stasera, lunedì 15 maggio, andrà in onda su Rai 1 la serie per il piccolo schermo Vivere non è un gioco da ragazzi. Si tratta di una serie TV costituita da tre puntante, per la regia di Rolando Ravello. Tutto il senso della fiction si basa sull’indagine del senso di difficoltà che comporta la crescita di un gruppo di ragazzi.
Il tema fondamentale è quello dell’adolescenza e della fatica che si fa nell’assumersi il senso di responsabilità. Vivere non è un gioco da ragazzi in particolare si incentra sulla storia di un ragazzo di 18 anni che, dopo un innamoramento per una ragazza, finisce con lo spaccio di pasticche che determinano la morte di un suo coetaneo.
La trama della prima puntata di Vivere non è un gioco da ragazzi: primo episodio
La puntata del 15 maggio, che sarebbe la prima della serie TV Vivere non è un gioco da ragazzi, è suddivisa in due episodi. In questa prima puntata possiamo vedere i personaggi che compongono la fiction e ci viene introdotta la vicenda generale.
Nel primo episodio avremo a che fare con Lele, un ragazzo di 18 anni che vive a Bologna. Lele abita in periferia e ogni giorno frequenta il liceo del centro. C’è una differenza sociale tra Lele, che è figlio di genitori borghesi, e gli altri ragazzi che frequentano la stessa scuola, che provengono più che altro da famiglie benestanti.
Marco, tra l’altro, il padre di Lele, che fa l’idraulico, è stato truffato da Magnani, un imprenditore che ha finto di essere in bancarotta. La famiglia di Lele, proprio a causa di queste vicende, sta attraversando un periodo economico non particolarmente florido. Lele per questo, per poter avere i soldi per uscire con gli amici, si dà a vendere droga. Viene coinvolto in un giro molto complesso, in cui dà una pasticca all’amico Mirco, il quale viene poi trovato morto.
Il secondo episodio della prima puntata di Vivere non è un gioco da ragazzi
Molto interessante anche il secondo episodio della prima puntata, quella del 15 maggio, di Vivere non è un gioco da ragazzi. Infatti Lele, venuto a sapere della morte di Mirco, capisce di essere responsabile della vicenda. La sua prima reazione è quella di confessare ciò che è accaduto all’amico Pigi. Il padre di quest’ultimo è avvocato penalista, ma viene sconsigliato dal confessare quello che ha compiuto.
Mentre Lele continua a vivere nel rimorso, gli inquirenti iniziano le indagini per scoprire chi abbia venduto la droga a Mirco. A questo punto vediamo entrare in scena il commissario Saguatti, che nutre forti sospetti nei confronti di Lele.