Un viaggio tra settecento e ottocento alla riscoperta dei primi opifici vietresi. È il focus dell’ultimo saggio storico di Aniello Tesauro, edito centro di cultura e storia amalfitana, che sarà presentato dall’associazione culturale de La Congrega Letteraria del comune capofila della Costiera Amalfitana. L’appuntamento è per giovedì 7 aprile dalle ore 18:30 presso l’aula consiliare del comune di Vietri sul mare, sita in corso Umberto I 83.
Ai saluti del primo cittadino Giovanni De Simone seguirà il dialogo tra il prof. Carmine Pinto, Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli studi di Salerno, Vincenzo Pedace, dottore di ricerca in Storia, la dottoressa Mariandrea Avallone, autrice di un contributo al volume e il dott. Aniello Tesauro, autore e storico locale. Modererà la serata il prof. Antonio Gazia, direttore artistico de La Congrega Letteraria. L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti ed è fatto obbligo di indossare la mascherina ed esibire il green pass all’ingresso.
Il volume “Le Cartiere di Vietri tra Settecento e Ottocento” mira a riscoprire la storia delle cartiere vietresi, come suggerito dalla presentazione al manuale dallo stesso autore: «Nel tradizionale settore della produzione della carta a mano, nel quale la Costa d’Amalfi poteva considerarsi un “Distretto”, Vietri si inserì per ultima con un numero contenuto di opifici. Avvalendosi però già dall’inizio di maestranze e di capacità imprenditoriali amalfitane, anche Vietri acquisì un ruolo di tutto rispetto, tanto da conquistare la stima sia di un economista dell’Illuminismo napoletano, quale Giuseppe Maria Galanti, con il giudizio che riportiamo nelle note introduttive, sia di un funzionario di livello, come l’Intendente della provincia di Principato Citra, che considerava le cartiere del Piano e del Travertino “superiori a tutte le altre della costa di Amalfi”. Non da meno fu la commissione a Bonaventura Tajani della fornitura di fogli filigranati per la stampa dei francobolli del Regno delle Due Sicilie. Bonaventura, discendente di una antica e notabile famiglia vietrese, rientrò da Amalfi, lasciandovi parte del ceppo familiare colà emigrato. Quale simpatica nota di costume legata al comparto, ci piace ricordare una commedia di Pulcinella della prima metà dell’Ottocento, ambientata nelle cartiere di Vietri».
