Un tempo era una baccaleria, che alla sera si trasformava in una cantina, quasi un caffè letterario-politico ante litteram molto frequentato dai progressisti della città della ceramica. Poi, con l’avvento del turismo, nacque Evù. Un nome, questo, scelto non a caso.

Si chiamava proprio Eva, infatti, la proprietaria del locale che aveva, quantomeno negli ambienti, già assunto le sembianze attuali negli anni 2000: lasciare inalterata la vecchia denominazione fu un modo, all’inizio, per fidelizzare i clienti vietresi e non che, da relativamente poco tempo, si erano abituati al passaggio da una cantina ad un indirizzo di stampo differente che aveva iniziato a riscuotere già un certo successo.

Quindici anni fa, nell’aprile del 2009, poi, la svolta impressa dalla nuova gestione di Riccardo Faggiano che ancora oggi ha il timone del locale, essendo capace di puntare, in primo luogo, sulle produzioni di qualità della Costa d’Amalfi. Rivisitata ma anche attenta al dettaglio: non a caso, i colori ed i sapori del territorio si esprimono nella loro vivacità (e veracità) in coloratissimi cocci di ceramica vietrese. Proprio come i limoni, dalla spiccata aromaticità, che fanno da fil-rouge nell’impreziosire le portate (ovviamente, di mare) che si susseguono in carta. C’è, poi, attenzione alla carta dei vini, che spazia innanzitutto sul territorio regionale ma sa guardare anche Oltralpe.

Si può partire senz’altro con il classico polpo e patate: un evergreen per tutti i tempi e tutte le stagioni. Lo sfusato a fare da aromatico collante.

Protagonista è il piatto signature: gli spaghetti cacio e pepe con tartare di gamberi al limone e la loro bisque, mantecati con il Provolone del monaco a conferirgli sapidità e..valore aggiunto; e, poi, a seconda della disponibilità del pescato, i grandi classici come i paccheri con la gallinella, gli spaghetti alle vongole, la genovese di tonno; e, ancora, un piatto che affonda le sue radici in una tradizione di fine pasto dell’Immacolata Concezione a Marina di Vietri: la pasta e patate con la colatura di alici, così, incontra la provola in un contrasto ben bilanciato di sapidità e fa da trait-d’-union tra tradizione e nuove tendenze. Per secondo c’è ciò che passa il convento: quello delle paranze; il pescato locale è protagonista assoluto. Per dessert tante le proposte tradizionali, ma ci si può orientare su una ben riuscita delizia al limone destrutturata.

Un’esperienza di successo, quella di Riccardo, che da autodidatta, aprì quattro anni fa il primo ristorante di sushi alla carta della Costiera Amalfitana, il Japit Sushi. Dalle sensazioni orientali, ideale viaggio concepito e compiuto nei difficili anni del Covid. E, poi, il ritorno alla tradizione irrinunciabile dei negozi di vicinato, ereditando e rinnovando il concept della storica cremeria di famiglia, con il brand Gallo Salumeria e Cucina. E, ancora, il legame viscerale con il mare, approdando alla cucina a mare de La Ciurma di fronte gli scogli dei “Due Fratelli”.