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La vicenda che ha visto coinvolta la nave Achille Lauro è avvenuta nel periodo tra il 7 e il 12 ottobre 1985. Si trattava di una nave da crociera, che è stata sequestrata da alcuni terroristi palestinesi. Ci sono stati momenti di grande tensione, anche in seguito all’omicidio di uno dei passeggeri.
Il rischio era quello di arrivare ad una crisi internazionale, con le parti coinvolte che cercavano di mantenere un certo equilibrio nel dialogo. Ma qual è stata la vera storia del sequestro di questa nave da crociera? Cosa è successo esattamente nel 1985?
L’Achille Lauro era una nave da crociera italiana. Il 7 ottobre del 1985, intorno alle 13, questa nave è stata dirottata da quattro uomini appartenenti al Fronte per la Liberazione della Palestina. Si trattava di un gruppo che faceva parte dell’organizzazione dell’OLP, che era stata messa in piedi nel 1964 e che per molti anni è stata guidata da Yasser Arafat.
L’obiettivo del dirottamento dell’Achille Lauro era ben preciso, perché in questo modo veniva chiesto che fossero liberati circa 50 palestinesi che si trovavano prigionieri in Israele. Il fatto ebbe grande risonanza in tutto il mondo, anche perché venne fuori ben presto che si trattava di un motivo politico legato al conflitto che si era instaurato tra Israele e Palestina. Ci furono delle conseguenze diplomatiche che interessarono per molto tempo anche il nostro Paese e gli Stati Uniti.
L’Achille Lauro era impegnata in una crociera nel Mediterraneo. I quattro dirottatori si sono imbarcati a Genova, presentando dei documenti falsi. Poi, quando la nave si è trovava in prossimità delle coste egiziane, è iniziata l’operazione di dirottamento.
È stato proprio uno dei quattro dirottatori a spiegare che l’intenzione sarebbe stata quella di compiere un attentato in un porto israeliano. Poi lo scopo cambiò, anche perché, dopo che furono scoperti, gli stessi responsabili del dirottamento dovettero mettere a punto un altro piano. Si era trattato, quindi, di una specie di dirottamento improvvisato, ma che i quattro uomini condussero fino alla fine, prendendo il controllo sulla nave da crociera, sulla quale erano imbarcate circa 400 persone.
All’epoca a capo del governo del nostro Paese c’era Craxi, il ministro degli Esteri era Giulio Andreotti e quello della Difesa Giovanni Spadolini. La situazione si rivelò molto problematica da gestire, ma si scelse di seguire la strada diplomatica. Infatti l’Italia si rivolse ad Arafat come mediatore.
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