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Siamo nel 1963, il 2 maggio per la precisione, quando un uomo incappucciato uccide una giovane aspirante attrice. Lei si chiamava Christa Wanninger e da qualche tempo viveva nella capitale in cerca di fortuna. Guido Perri è il colpevole. Ecco la sua storia.
Christa Wanninger era una bellissima ragazza di poco più di vent’anni di origine tedesca che si era trasferita a Roma in cerca di fortuna. Infatti, il suo sogno era quello di diventare un’attrice famosa nel Bel Paese. Quel 2 maggio del 1963 doveva andare a trovare la sua amica Gerda Hodapp e si reca nel condominio di Via Emilia, proprio attaccata alla famosa Via Veneto.
Dopo aver preso l’ascensore e salita al quarto piano, scende sul pianerottolo e non fa nemmeno in tempo a suonare alla porta dell’amica che un uomo incappucciato la uccide con 11 colpi di coltello. Nonostante le grida, la sua amica non apre la porta, ma ad allarmarsi è stata solo la portinaia che chiama la polizia e l’ambulanza. Poi si precipita per le scale incrociando l’assassino di Christa. Ovviamente non ne era a conoscenza.
La polizia sospetta della sua amica Gerda, anche a causa del suo comportamento strano, ma decideranno di interrogare anche i due fidanzati. Entrambi i ragazzi però verranno rilasciati in breve tempo perché avevano degli alibi di ferro, mentre la sua amica trascorre qualche giorno in carcere con la speranza che desse qualche informazione. La polizia era convinta che c’entrasse lei, ma dopo qualche ora è libera.
La portinaia aveva rilasciato una dichiarazione alle forze dell’ordine e aveva detto di aver visto un ragazzo giovane, magro e vestito con una tuta blu. Purtroppo però non ci furono novità per diverso tempo. Arriviamo poi al 6 marzo del 1964 quando un giornalista riceve una chiamata anonima.
Dall’altra parte del telefono c’è una voce maschile che dichiara di essere il fratello dell’uomo con la tuta blu, ma se avessero voluto delle informazioni circa l’omicidio della modella, avrebbero dovuto pagargli 5 milioni delle vecchie lire. La chiamata parte da una cabina telefonica e la polizia capì immediatamente l’identità dell’uomo.
La chiamata anonima l’ha fatta un uomo di nome Guido Perri che si dichiarerà come pittore e aveva 32 anni. La polizia scopre che non ha nessun fratello e quando perquisiscono casa sua scoprono che ha un coltello molto simile a quello che aveva ucciso la povera Christa e dei diari in cui si era annotato tutti gli spostamenti della modella e alcuni particolari che nessuno aveva mai diffuso.
Il ragazzo appare molto strano agli occhi di tutti tanto che in un secondo momento la polizia lo sottopone ad una visita psichiatrica. Quando le forze dell’ordine gli chiedono spiegazioni circa quei diari, lui si giustifica dicendo che si era ispirato alla storia per scrivere un libro giallo.
Gli inquirenti sono sicuri della sua colpevolezza, ma purtroppo non hanno prove sufficienti per accusarlo. Così le indagini proseguono di nascosto. La perizia psichiatrica a cui verrà sottoposto lo giudicherà schizofrenico e in un momento di raptus avrebbe compiuto l’omicidio.
Il suo caso è chiuso dopo la morte del maresciallo che si era occupato del caso fino a quel momento, ma nel 1976 viene riaperto. Guido Perri venne riconosciuto colpevole dell’assassinio di Christa Wanninger, ma non verrà mai punito perché era stato ritenuto incapace di intendere e di volere al momento dell’accaduto.
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