Questa sera giovedì 24 novembre andrà in onda su Real Time il film “Alessandra Il coraggio di una figlia”, che racconta la tragica storia di Alessandra Cuevas e di sua madre Teresa Bonocore. Il documentario viene proposto alla vigilia della giornata internazionale per l’abolizione della violenza sulle donne, celebrata in tutto il mondo il 25 novembre.

Alessandra Cuevas: l’impegno contro la violenza sulle donne

Il docufilm è incentrato sul racconto diretto di Alessandra Cuevas, che oggi è una donna forte e molto risoluta. La sua storia racconta il coraggio di vivere e rinascere dopo la tragedia che ha colpito la sua famiglia.

Dopo l’omicidio della madre, Alessandra è cresciuta a Salerno in una famiglia tutta al femminile insieme alla nonna, la zia materna e alla sorella minore Michelle. Alessandra, da bambina fragile vittima di abusi, si è trasformata in una donna molto forte e tenace, proprio come sua madre Teresa.

Ha così deciso di raccontare la sua esperienza per aiutare le altre donne a non avere paura di denunciare e a uscire dall’ombra. Warner Bros, Discovery e NABA hanno collaborato per sostenere Alessandra e tutte le donne contro la violenza di genere. NABA ha coinvolto studenti studentesse dell’Area Design e dell’Area Arti Visive, che con la supervisione del docente Marco Bongiorni hanno creato un’opera d’arte.

Il progetto è stato guidato dalla domanda: “Qual è la forma del coraggio?” e ha portato alla realizzazione di piccole sculture create con creta e cera. L’opera verrà donata al centro antiviolenza Teresa Buonocore, che verrà inaugurato proprio nella giornata del 25 novembre.

La vera storia di Alessandra Cuevas

Alessandra Cuevas oggi ha 26 anni e studia Lettere Moderne all’Università di Salerno, dove sua sorella Michelle è iscritta al DAMS. Alessandra è stata vittima di abusi all’età di 9 anni e a 14 anni ha deciso di testimoniare le violenze subite dal vicino di casa in Corte d’Assise.

Il responsabile di questi abusi era il padre di una sua amichetta conosciuta al campo estivo: Enrico Perillo, un geometra di Portici. Teresa Buonocore, la mamma di Alessandra, ebbe il coraggio di denunciare l’uomo e per questo motivo fu assassinata a colpi di pistola.

Era il 20 settembre 2010 quando due sicari a bordo di un motorino uccisero la donna in Via Ponte dei Granili, a Portici. L’uomo, che fu condannato a 16 anni agli arresti domiciliari, aveva assoldato due sicari: Giuseppe Avolio e
Alberto Amendola. Questi, rei confessi, vennero condannati a 18 e 22 anni di reclusione, Perillo all’ergastolo.

Dopo l’omicidio le forze dell’ordine rinvennero un vero e proprio arsenale nel garage di Perillo, trovando due pistole mitragliatrici, cinque pistole, 2632 cartucce, 18 caricatori e due giubbotti antiproiettili.

La famiglia di Teresa Buonocore non ha mai ricevuto alcun tipo di risarcimento poiché è Enrico Perillo è risultato nullatenente. Nel 2017 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito la medaglia d’oro al Valor Civile a Teresa Buonocore.