Con tutta probabilità sarà nuovamente in vendita l’ex confettificio Pansa di Amalfi: a stabilirlo la Provincia di Salerno che ha inserito la struttura nella proposta, da sottoporre al Consiglio provinciale, di nuovo “Piano triennale delle Alienazioni o Valorizzazioni Immobiliari 2024-2026”.

Venti immobili di proprietà di Palazzo Sant’Agostino saranno oggetto di cessione nel territorio salernitano: tra questi, anche lo storico edificio amalfitano che, negli scorsi anni, era stato al centro di una lunga vicenda giudiziario-amministrativa: 1 milione e 179 mila euro la potenziale base d’asta, lo stesso valore per il quale fu acquisita da Cosimo Tommaselli, nel novembre 2018.

Un acquisto, quest’ultimo, che non andò a buon fine, in quanto al pagamento della cauzione non seguì quello del saldo: inutile anche il ricorso da parte dell’acquirente Tommaselli, come specificato dalla sentenza del Tar di Salerno il 3 Agosto 2022.

La vicenda del Confettificio Pansa

L’edificio di quattro livelli spalmati su 1.500mq era stato acquistato per 1,6 milioni di euro dalla Provincia nel 2005 per farne il centro vitale di un’università della televisione. Palazzo Sant’Agostino ne rilevò il 79,3%, il restante 20,37% appartiene del Comune di Amalfi. L’Ente guidato dal sindaco Daniele Milano, però, non esercitò mai il diritto di prelazione sull’immobile.

Data la sua fatiscenza ed i continui crolli, l’immobile fu al centro di un progetto redatto nel 2004 dall’Università di Salerno che puntava al recupero di 10 strutture degradate: avrebbero voluto farne un centro di formazione e ricerca sull’audiovisivo con Rai, Provincia, Regione e comuni di Amalfi e Valmontone.

L’imprenditore, dopo aver versato la cauzione, nel novembre 2018, all’atto dell’acquisto, non avrebbe saldato la parte rimanente facendo sfumare l’acquisto dell’immobile che passa nuovamente nelle mani della Provincia di Salerno.

L’allora presidente della Provincia Strianese inserì nuovamente l’ex confettificio nel piano d’alienazione degli immobili di proprietà della Provincia, stavolta ad un prezzo minimo di 720mila euro.

L’epilogo della vicenda arrivò dopo tre anni di proroghe senza saldo, culminati in una battaglia a colpi di carte bollate protesa a sconfessare la legittimità d’una gara, a caccia di vizi di forma.

Lo scorso 27 giugno 2022 la Provincia di Salerno aveva deciso d’incamerare la cauzione per il mancato saldo delle somme dovute da Tomaselli, aggiudicatario dell’asta pubblica. L’imprenditore si rivolse ai giudici del Tar, reclamando l’annullamento della misura: per ora ha ottenuto che venisse sospesa con un decreto cautelare monocratico a firma del giudice Leonardo Pasanisi, presidente della prima sezione salernitana del Tribunale amministrativo.

Per lungo tempo restò tutto fermo, incluso il denaro: la provincia non potè incamerarli in attesa della trattazione collegiale fissata per la rovente camera di consiglio del successivo 3 Agosto.

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