Veterinario per professione, dottore del vino per necessità. Ha fondato così a Tramonti Tenuta San Francesco Gaetano Bove, che destina parte del suo tempo alla promozione del nettare di Bacco. L’intervista realizzata da Francesca Faratro sul portale Authenticamalficoast.
Dopo essersi affermato sulla zona ed aver conosciuto stalle e contadini, capisce che per il vino prodotto nei suoi luoghi d’origine c’è bisogno di una valorizzazione che parta in vigna e finisca poi in cantina. È la narrazione dietro la figura di Gaetano Bove.
L’uomo, dopo una carriera di successo come veterinario, capisce la sua vera vocazione e fonda Tenuta di San Francesco, con una missione, valorizzare le ricchezze del territorio. Questa l’intervista fatta dalla giornalista Francesca Faratro.
La crisi per la svolta – «A Tramonti c’erano circa mille produttori – racconta Gaetano Bove -. Piccole realtà artigiano-contadine che producevano latte e vino. Dopo aver perso il patrimonio zootecnico con la Bse, avevano perso metà del loro fatturato. Avendo io osservato le capacità produttive di ognuno di loro, sia allevatori che vignaioli, mi sono dato da fare e con l’avanzare della DOC Costa d’Amalfi ho percepito in questi il potenziale che avrebbe potuto rappresentare la svolta», afferma Bove, con l’esperienza di aver vissuto la crisi della “mucca pazza”, la malattia che ha portato il prezzo dei bovini passare dai 2 milioni ai 50 euro.
A metà degli anni ’80 fu fondata la Cooperativa dei Vignaioli di Tramonti ma il progetto non andò a buon fine.
«Con pochissimi amici siamo stati fortunati di aver avuto la possibilità di studiare, perché i nostri genitori ci hanno concesso di farlo – continua Bove –. Tanti sono andati via, portando con loro la pizza di Tramonti io invece, lavorando direttamente con i contadini-vignaioli, ho sentito l’esigenza di investire, per me, per loro, per la mia terra».
La svolta e la valorizzazione della bacca bianca – «Il Tintore è stato salvaguardato sin da sempre. Da tutta la Campania importanti produttori giungevano a Tramonti per accaparrarsi le quantità di uva che avrebbe colorato e dato vita ai propri vini. Era venduto a caro prezzo perché tutti avevano ormai capito il suo potenziale! Io allora sono andato controcorrente, investendo come presidente della cooperativa in cinque ettari vitati ad autoctoni bianchi locali. Ho sentito l’esigenza di sopperire alla richiesta locale, fatta di una cucina tipicamente di mare».
La bacca bianca era inizialmente presente sul territorio solo al 20% poiché quelle quantità fino a quel momento avrebbero garantito migliori rese e, se utilizzate in taglio con il Tintore, realizzato vini di facile beva e pronti da sorseggiare.
«Abbiamo selezionato le bacche bianche, ripreso i cru ed investito nella produzione del vino, non solo rosso ma anche proponendo dei bianchi di prima qualità, capaci di conservarsi nel tempo».
Il sogno condiviso che parte da un vino bianco – Da visionario quale si ritiene, nel suo sogno non è mai stato solo. Con lui i suoi soci, insieme dal 2004: il fratello Generoso Bove, gli amici Vincenzo D’Avino e Luigi Giordano. I quattro si son divisi i ruoli, partendo dal lavoro stesso sia manuale che in vigna per inaugurare nello stesso anno l’azienda Tenuta San Francesco con la prima etichetta prodotta, il Tramonti Bianco.
«Produco il vino prima di tutto per me – sorride Bove –. Spesso mi dicono che i miei prodotti mi somigliano, che hanno il mio carattere ma il vino per me è un piacere e deve generare emozioni in chi lo beve, prima e in chi lo produce, poi. Se dovessi essere un etichetta sceglierei il mio E’Iss . Poi c’è Per Eva, l’omaggio a mia moglie, la donna che mi ha sempre supportato, la stessa che mi ha dato del pazzo agli albori del mio sogno ma nonostante tutto lei che ci ha creduto, insieme a me, dandomi la forza per andare avanti».
L’evoluzione di Tramonti – «La mia visione futura è vedere in Tramonti la Bolgheri del Sud, poter osservare chi potrà acquistare qui una seconda casa, chi cercherà in questi luoghi la tranquillità e di vedere in questo posto la destinazione e l’arrivo per chi vuole ritrovare sé stesso, salvaguardando vitigni e ceppi secolari».