L’edizione odierna di Repubblica di Napoli ha narrato la storia della pizza di Tramonti. Genuinità, qualità e ricercatezza che fondono le proprie radici su un altarino tra i Monti Lattari. Il vicesindaco Vincenzo Savino racconta la storia del Milionario Luigi Giordano.
Stili e storie, origini e prospettive, che hanno portato alla formazione, nel mondo, di oltre 2mila pizzerie di matrice tramontana. Il racconto è stato rinnovato sulle colonne del quotidiano Repubblica oggi in edicola.
Un cuore che batte per la pizza, dagli anni ’50. È proprio allora che ebbe inizio il flusso verso il Nord di tutti gli “operatori della pizza”. Una migrazione che colonizzò gran parte del nord del paese e, in alcuni casi, si spinse anche oltre confine. In molte città si crearono vere e proprie comunità tramontane i cui membri, tuttavia, spesso non riuscivano a comunicare tra loro.
Vincenzo Savino, vicesindaco del comune e presidente dell’Associazione pizza Tramonti, combatte il ritardo nel riconoscimento del marchio di protezione della pizza locale, ripercorrendone i fasti. Ovvero, da quando – ormai sessant’anni fa (era, infatti, il 1953) – Luigi Giordano, maestro casaro, scelse di aprire a Novara la prima pizzeria A’ marechiaro.

“Un successo. Il nostro paese dal Medioevo è tutto forni e pane. Per testare la temperatura si infila una pizza, tanto per far festa in casa. La temperatura della pizza è di circa 350 gradi, cento in meno della pizza napoletana. Farina sempre di cereali. La schiacchiata di pane nel forno e la mozzarella: ecco la prima pizzeria a Novara“.
Giordano diventa un mito in Piemonte, dando da guadagnarsi l’appellativo di Milionario. Convoca altri amici, tutti di Tramonti. Con il passare degli anni le pizzerie made in Tramonti sono 1700 al Nord. Un sistema che anticipa il franchising. Perché i titolari rilevano l’insegna, pagano in cambiali tutte onorate, acquistano dal Miliardario le materie prime.
“Di tanto in tanto si sapeva di una festa al Nord con uno di Tramonti che riuniva tutti per il primo Miliardo di lire. Ogni estate tornano e Tramonti divide con loro la felicità“.
Una vera prelibatezza a due passi dal Paradiso. La pizza di Tramonti, con lievito madre e non di birra come quella partenopea, ha origini incerte ma antiche. C’è sempre un finocchietto come spezie, farina solo di cereali con orzo, farro, mais e segale. Pomodoro Re Fiascone o Corbarino. Poi l’impasto e la lievitazione di ventiquattr’ore. Il prodotto principe di una ricetta antica è rappresentato dal fior di latte. Fu lo stesso Giordano a esportarlo nel Nord Italia. Spinto dai numerosi pascoli di vacche dei Monti Lattari, aprì in Piemonte un caseificio sul modello dei tanti esistenti a Tramonti per la produzione del fior di latte, prodotto ancora sconosciuto nel settentrione.
