Il sindaco di Tramonti, Domenico Amatruda, ha inviato una lettera a Direzione Generale Politiche Agricole Alimentari e Forestali della Regione Campania al fine di chiedere un intervento per limitare il problema cinghiali.
E’ stata segnalata, infatti, la presenza sul territorio di branchi di cinghiali che distruggono le coltivazioni, generando problemi di vario tipo. Per questo motivo il primo cittadino del paese collinare della Costiera Amalfitana ha inviato una missiva a Palazzo Santa Lucia, oltre che ai carabinieri forestali e al Parco dei Monti Lattari, per chiedere ausilio per arginare il fenomeno.
“Siamo costretti ad aggiungere la nostra voce a quella di quanti, da anni, stanno lamentando la crescente presenza dei cinghiali che ormai rappresentano una seria minaccia sotto ogni punto di vista. Una vera e propria invasione del territorio. Il nostro Comune, poi, distribuito su un territorio di ben 24 Kmq, completamente circondato dai Monti Lattari, senza soluzione di continuità, si trova praticamente accerchiato e minacciato dalle scorrerie degli animali.
Scorrerie che si traducono in danni notevoli soprattutto per gli agricoltori, ormai esasperati perché impotenti. Si sottolinea che la popolazione di Tramonti in gran parte si dedica ancora all’agricoltura, delle cui coltivazioni beneficia ad uso domestico e soprattutto commerciale. Danni, dunque, alle coltivazioni; danni ai terreni con la distruzione di numerose macere che compromettono l’assetto del territorio dal punto di vista idrogeologico con conseguenze economiche, comportando spese non indifferenti per il loro ripristino; danni alle cose in quanto gli animali raggiungono i centri urbani e le case disseminate nelle campagne e attraversano frequentemente le strade del paese con evidenti possibili danni alle auto che transitano e, ovviamente, alle persone. La regolarità delle invasioni e i danni conseguenti sono ormai una caratteristica largamente negativa del fenomeno che, purtroppo, è in costante aumento.
Potremmo affermare che siamo quasi ad una problematica convivenza forzata. E’ chiaro che il prelievo venatorio è largamente insufficiente anche per una benché minima riduzione del fenomeno. Per le caratteristiche ambientali del nostro territorio, i cinghiali hanno habitat diversificati che vanno dall’alta montagna, alla collina, alla zona più bassa, tutti favorevoli alla loro prolificazione e stazionamento ordinario.
Tanto riferito, chiediamo di attivare tutte le misure idonee ad arginare il fenomeno e ridare tranquillità alla popolazione tutta. Si chiede di prevedere tutte le forme di interventi specifici individuate dai provvedimenti di codesta on. le Regione, dalla proroga del periodo venatorio, all’uso delle gabbie da cattura, all’attività di selecontrollo. Sarà cura di codesto on.le Dipartimento individuare le forme migliori adatte per la nostra realtà territoriale. Non possiamo abusare di più della pazienza dei nostri agricoltori e conduttori terrieri. Devono avere tutta la nostra comprensione e solidarietà. E’ tempo di dare risposte concrete, nel rispetto dell’uomo e degli animali, perché si giunga ad una pacifica convivenza senza sopraffazione dell’uno sull’altro. Intanto assicuriamo tutta la nostra piena disponibilità e collaborazione richiesta per la soluzione del problema“.