Un pensionato di Battipaglia, in provincia di Salerno, ha inviato 135 euro al Presidente Stefano Bonaccini per donarli all’Emilia-Romagna alluvionata. Il gesto ha commosso le istituzioni. La ripartenza della regione passa anche dalle azioni individuali. I dettagli.

Li ha presi dalla pensione e li ha destinati al presidente Bonaccini come segno di unione tra popoli. Da nord a sud l’Italia è unita più che mai al fianco delle popolazioni colpite dai tremendi episodi climatici che hanno investito l’Emilia-Romagna.

Anche Vietri sul Mare – con le altre 44 Città della Ceramica – ha deciso di dedicare la nona edizione di Buongiorno Ceramica a Faenza, centro colpito gravemente dalle alluvioni della scorsa settimana. Leggi qui l’approfondimento.

Domenica un pensionato di Battipaglia, Giovanbattista Madaio, ha deciso di mostrare la propria vicinanza alle popolazioni dell’Emilia-Romagna donando 135 euro – prelevati dalla propria pensione – al presidente Stefano Bonaccini per donarli all’Emilia-Romagna. Un gesto commovente, che spiega come gli italiani – da Nord a Sud – sappiano unirsi nei momenti più difficili. E forse sarà proprio questo spirito a far rinascere la Romagna più bella e forte di prima.

Anche il mondo dello sport si è unito alla gara più importante, quella della solidarietà. C’era anche il pilota di Formula 1 Yuki Tsunoda, assieme ai suoi compagni del team AlphaTauri, tra coloro che hanno dato una mano a spalare il fango e a ripulire le strade di Faenza.

Il pilota giapponese ha postato sui propri profili social le foto che lo ritraggono, con la pala e gli scarponi, in una via della cittadina ravennate.

Nel week-end di serie A andato agli archivi si è rispettato un minuto di silenzio su tutti i campi da calcio in memoria delle vittime della tragedia. I giocatori del Cesena (con l’aiuto di alcuni membri dello staff) hanno deciso di aiutare la popolazione della città, che ha subito danni per l’alluvione. I calciatori della squadra allenata da Domenico Toscano – che esordiranno nei playoff di C il 27 maggio – hanno indossato tute, guanti, stivali per svuotare cantine e spalare il fango.