Capri è sullo sfondo, nascosta dalla sagoma della Chiesa di Santa Maria Annunziata e dal profilo dei pini marittimi che sembrano toccare il mare. C’è poi, un edificio a stagliarsi leggermente tra le case del piccolo casale contadino di Massa Lubrense, che prende il nome dal santuario intorno a cui è cinto. Un tempo un locale accessorio alla Villa di Gioacchino Murat, la “Torre” da un quarto di secolo è divenuta uno dei locali “must” da non perdere per chi si muove da un versante all’altro di Punta Campanella.

Innanzitutto per la seconda parte del suo nome: “One Fire”, “un fuoco” che incuriosisce anche il visitatore più distratto. Non scelto casualmente dallo storico patron Tonino Mazzola, ma come espressione di un’intercalare ricorrente per dimostrare la vitalità che caratterizza ogni cosa.

La Torre, oggi guidata dalla figlia di Tonino, Amelia, è un tempio sia di tradizione che di accoglienza: orgogliosamente, non ha mai rincorso le nuove tendenze, pur non  isolandosi nel contesto, divenendo autoreferenziale.

Ma, anzi, ha agito con sapienza, insieme a coloro che condividono – e non mancano sul territorio – la necessità di esprimere una produzione agroalimentare ed una connessa ristorazione di qualità, dando man forte per costruire una vera e propria rete. In cui conservare (e coltivare) l’identità gustosa di un territorio che altrimenti rischia di soccombere definitivamente sotto un overtourism, silenziosamente, sta cambiando i canoni sia dell’accoglienza che della cucina: quella della condotta Slow Food Costiera Sorrentina-Capri.

E proprio presso la Torre si è svolto, con successo, un appuntamento “a quattro mani” che ha visto protagonista la chef Maria Aprea, moglie del titolare – coadiuvata dal Sous Chef Vittorio Terminiello – e Gianmarco Casadei, della Piccola Osteria Tera di Sogliano al Rubicone, in provincia di Forlì-Cesena: poetico l’incontro tra culture, sapori e suggestioni di due terre profondamente differenti, quella campana e quella romagnola, unite dalla voglia di valorizzare quanto di meglio – in modo reale, e non soltanto chiacchierato – queste sanno offrire. Un sincretismo celebrato con un curato abbinamento di vini selezionato dai sommelier della delegazione Ais Penisola Sorrentina e Capri guidata dal vicedelegato Elvira Coppola.

Una serata intervallata da momenti di dibattito e cultura gastronomica di territorio, con gli interventi di Francesca Mastrovito, co curatrice di Osterie d’Italia Slow Food Editore, Angelo Lo Conte Presidente Slow Food Campania, Pierluigi D’Apuzzo Fiduciario Condootta Costiera Sorrentina e Capri.

Non poteva mancare una partenza iconica, con lo street food, la montanara della tradizione con l’Antico Pomodoro di Napoli Presidio Slow Food “Miracolo di San Gennaro” di Sabato Abagnale. In abbinamento: Franciacorta Dosaggio Zero Barone Pizzini Animante.

Tuffo in mare, stavolta nel braccio d’acqua che separa la Costiera Amalfitana con la Penisola Sorrentina: da Crapolla, la spiaggetta di Piano di Sorrento che si apre su Li Galli ed il Golfo di Salerno, gli emozionanti e rarissimi gamberetti in foglia di limone massese. In abbinamento: Franciacorta Extra Brut Ca’ del Bosco Cuvée Prestige Edizione 46.

Una vera perla, pescata ogni giorno da Donato ed Antonio Gargiulo, che operano ancora con le “nasse” da febbraio a non oltre giugno. Un vero e proprio miracolo di integrazione sostenibile tra attività dell’uomo ed ambiente che si realizza e si tramanda, ogni giorno, da tre generazioni, proseguendo una tradizione che affonda le radici nella storia più remota di questi luoghi ancora incontaminati. In abbinamento: Franciacorta Rosé Brut Bersi Serlini Rosa Rosae.

A seguire, la Tagliatella Reale dello chef Gianmarco Casadei con il ragù di quinto quarto di Galletto, innestatasi con grande equilibrio e senza alcuna contraddizione. In abbinamento un Franciacorta Brut Castello Bonomi Cruperdu 2019.

Cucina del cuore romagnola che si è accompagnata magistralmente al piatto di mammà: la Pasta mista di Gragnano con le cicerchiee di Anacapri Arca del gusto Slow Food di Vincenzo Torelli alla Marinara e un filo d’olio Joleum olivi secolari presidio slow food di Franca di Mauro de Il Cellaio di Don Gennaro.

In abbinamento: Franciacorta Satèn Brut Quadra Qsatèn 2019.

A seguire, un buon trancio di ricciola locale alla brace agli agrumi Massesi su scarola riccia e Olive Caiazzane Presidio Slow Food dell’Az.Ag Saecularis e Mentuccia fresca dell’orto di Maria. In abbinamento: Franciacorta Brut Castello Bonomi Cruperdu 2019.

 

 

Il sorbetto al limone di Massa Lubrense a fare da pre-dessert e, per chiudere decisamente in dolcezza, la zuppa inglese di Gianmarco Casadei.